AGI - "La crescita dei Paesi posti sulle rive del Mediterraneo passa anche per una comune e lungimirante gestione dei flussi migratori che impoveriscono i Paesi di origine di energie utili allo sviluppo delle loro comunità". Sergio Mattarella apre i lavori dell'ottava edizione dei Mediterranean dialogues e sottolinea come le migrazioni siano "una questione decisiva e globale - come ben sa l'Organizzazione internazionale delle migrazioni - legata a dinamiche demografiche e d'interconnessione mondiale che appare vano pensare possa eclissarsi e che dobbiamo, invece, in una logica di comune interesse, impegnarci a gestire".
Per il presidente della Repubblica "anche su questo terreno diplomazia, istituzioni nazionali ed internazionali, a cominciare dall'Unione europea, sono chiamate a un impegno comune fra loro e con quei Paesi - penso alla difficile situazione che continua ad attraversare la Libia - più esposti a questo fenomeno". "Anche in questo caso sono in gioco la vita, il destino e la dignità degli esseri umani" sottolinea il Presidente.
La gestione delle migrazioni "è questione cruciale per la stabilità e per la prosperità dell'Unione Europea e per la stabilità e la prosperità del nostro vicinato meridionale" prosegue Mattarella, che spiega come "proprio la dimensione e la complessità delle prove che abbiamo davanti a noi ci deve spingere ad affrontarle assieme, in uno spirito di forte solidarietà".
"Di fronte a un bivio: guerra o pace?"
"Ancora una volta siamo di fronte al bivio. Cosa permette di guardare al progresso dell'umanita'? La guerra o la pace?". Mattarella con una domanda retorica dipinge poi la situazione di questi mesi dopo "l'inaccettabile aggressione" russa all'Ucraina: "Dobbiamo partire da quei principi posti alla base della nostra convivenza civile e fondati nel quadro delle Nazioni Unite".
No alla polarizzazione
"Per consolidare il sistema multilaterale e renderlo più democratico, occorre fare riferimento alla uguaglianza fra gli Stati, rifuggendo da una polarizzazione a livello internazionale e da una esasperazione di diversità, certo esistenti, che un dialogo efficace può contribuire a ridurre". Il presidente indica così il metodo da conservare per superare il conflitto ucraino, affrontare le principali crisi e "lavorare assieme per il consolidamento dei processi istituzionali e democratici, soprattutto laddove essi sono più direttamente minacciati, come in Siria e nella regione del Sahel".
Per il presidente della Repubblica "oggi, nel rispetto delle nostre differenze culturali e politiche, il moltiplicarsi di scenari di crisi ci deve infatti spingere ad approfondire ed estendere la nostra collaborazione per affrontare, come avvenuto in passato, le sfide che abbiamo dinnanzi".