AGI - Dopo neanche 24 ore dall'annuncio del centrosinistra che l'europarlamentare dem, Pierfrancesco Majorino sarà il candidato presidente di Regione Lombardia comicia a muoversi lo scacchiere delle possibili allenze per cercare di vincere la sfida contro il governatore uscente, in cerca del bis, Attilio Fontana sostenuto dal centrodestra, e contro la sua ex vice Letizia Moratti, in campo con il Terzo Polo.
"Io verso i 5 Stelle non ho mai sbattuto porte, non ho mai demonizzato nessuno, ma non sono neanche per inseguirli" ha replicato a sorpresa Majorino a chi chiedeva se le porte della coalizione fossero definitivamente chiuse ai pentastellati in vista delle regionali.
Quello delle allenze è un terreno delicato e scivoloso, viste le posizioni espresse ieri da +Europa che ha minacciato l'uscita nel caso di un'apertura al partito di Giuseppe Conte.
Ma al momento non ci sono fatti. Anzi, uno sì, il 'no' a un eventuale appoggio a Letizia Moratti, come ha spiegato Majorino in un'intervista all'AGI.
Una figura che per venti anni ha condiviso le idee del centrodestra e adesso risulterebbe indigesta ai più.
A proposito di eventuali futuri appoggi alla ex vice presidente e assessore al welfare Moratti, ipotizzati anche da qualcuno nel Pd nazionale, Majorino frena, con un secco "No", non ci sono margini.
E comunque pare non temerla eccessivamente, poiché dice: "Credo che la sfida sia oggettivamente tra me e il presidente Fontana, visto che la corsa è per arrivare primi".
La sfida per le prossime regionali in Lombardia, da 28 anni governata dal centrodestra "è apertissima" al di là di facili previsioni nefaste. "Costruiremo un programma e una proposta per il futuro della Lombardia con la coalizione" sottolinea.
Cioè, al momento, con chi ieri sedeva al tavolo, che ha portato a convergere sulla sua candidatura: +Europa, Verdi, Sinistra Italiana e Lombardi Civici Europeisti. "Il centrosinistra c'è, ha un patto molto forte, quindi noi andiamo avanti con una proposta forte per la Lombardia".
Adesso bisogna concentrarsi sulla campagna elettorale e 'correre' visto che mancano circa 3 mesi alle urne, se si voterà a febbraio. Non sono molti soprattutto con una strada in salita. Ma l'ottimismo non manca.
"Assolutamente sì" questa destra si può battere, dice. "Sembra una missione durissima, invece io sono convinto che nelle prossime settimane si capirà sempre di più che la partita è apertissima" sottolinea Majorino all'AGI.
"Con una campagna fondata sulle idee per il futuro della Lombardia, molto rispettosa rispetto agli avversari, ma sapendo che chi è stato per 28 anni al governo della regione ora è bene che si faccia da parte".
Il centrosinistra ha una "squadra forte, compatta e coesa, è molto combattivo, con tantissimi sindaci che si metteranno in gioco nelle città che governiamo. Credo che sia fondamentale fare questa sfida a testa alta".
Di certo questa campagna sarà permeata anche dei valori che da sempre hanno contraddistinto l'azione dell'ex assessore milanese, come "il riscatto sociale delle persone e la capacità di fare sì che la sanità non sia discriminatoria ma per tutti. E che la transizione ecologica sia una grande opportunità di sviluppo. Sono cresciuto con la cultura del mettere al centro la persona".