AGi - La fiducia si costruisce con pazienza. Mentre tra Roma e Parigi la fiducia sembra vacillare per lo scontro sui migranti, Sergio Mattarella conclude la sua visita di Stato in Olanda con un corposo discorso sul futuro dell'Europa in una delle sue culle, il palazzo del governo di Maastricht dove trent'anni fa si firmò lo storico Trattato che "ha rappresentato un salto di qualità coraggioso nella costruzione europea".
Dopo un silenzio preoccupato, il capo dello Stato dice la sua sul tema caldo di queste ore in un discorso limato fino all'ultimo ma indicando i principi senza entrare nella querelle. Il Presidente finora non era intervenuto perché spetta ai due governi trovare una intesa evitando escalation, ma nella giornata di giovedì era stato informato dalla premier Giorgia Meloni e non è escluso che nei prossimi giorni possa sentire il suo omologo Emmanuel Macron con cui i rapporti sono da tempo consolidati.
Mattarella indica allora le grandi linee guida e un punto di equilibrio: "La risposta alla sfida migratoria avrà successo soltanto se sorretta dai criteri di solidarietà all'interno dell'UE e di coesione nella risposta esterna e da una politica lungimirante nei confronti dell'Africa" spiega il Presidente.
Nel merito del governo dei flussi, il Capo dello Stato alza lo sguardo sul lungo periodo e mette in guardia: "a parte i profili etici penso che sia bene tener presente che tra pochi decenni il rapporto di popolazione tra Africa e Ue sarà di quattro a uno", i paesi africani saranno influenti e "non è improprio pensare che il loro atteggiamento nei confronti dell'Unione sarà corrispondente al grado di solidarietà che oggi viene riservata a loro e ai loro migranti".
Dunque bisogna "intensificare il dialogo" con loro e soprattutto lavorare perché "i principi di coordinamento e di responsabilità condivisa tra Stati Membri guidino la risposta comune" per raggiungere "intese efficaci e rispettose dei diritti di ciascuno".
E se la Francia accusa l'Italia di aver rotto la fiducia nel braccio di ferro sullo sbarco dei migranti, Mattarella fa riferimento proprio alla fiducia come costruzione paziente dei rapporti tra alleati: "L'intendersi, l'accrescere la fiducia reciproca tra i partner, è stata opera paziente ed efficace".
Historia magistra vitae, pare dire Mattarella, che cita le doti dei padri dell'Unione cui i leader di oggi potrebbero ispirarsi: la lungimiranza, "passione ostinata e fatica instancabile, spese nella ricerca di comprendere e armonizzare le attese dei diversi protagonisti".
Basta guardare la scommessa della Ceca e chiedersi: sull'energia "settant'anni dopo, siamo in grado di avere quel coraggio?". Allora, ricorda, "non era un tempo di idealisti, ma un tempo di governanti molto realisti e tuttavia dotati di chiara e coraggiosa visione del futuro".
Ci sono stati "inciampi", "stasi", "intensa delusione" e "intensa attività", nel cammino europeo, ma sempre ci sono stati "momenti di grande speranza" dalla nascita dell'Euro a quella di Schengen: "Noi, cittadini europei, non veniamo dal nulla. Siamo stati operosi edificatori".
Ora servono nuove prospettive, "gli appuntamenti con la storia non possono essere evasi" ma "abbiamo il dovere di domandarci se siamo stati all'altezza delle prove che l'Ue ha incontrato sul suo cammino". Ci "è richiesto un salto di qualità. Abbiamo bisogno oggi di scelte coraggiose e lungimiranti. Rinunciarvi significherebbe evadere dalle nostre responsabilità; rassegnarci all'irrilevanza".
Guardando alla struttura europea, Mattarella sostiene innanzitutto che "la cooperazione intergovernativa" spesso è stata "uno sguardo rivolto al passato". "Certo, tutto si può smontare, come conferma la Brexit, ma davvero possiamo proporre ai nostri popoli il ritorno a un passato che non c'è piu'?" si chiede il Presidente.
"Non possiamo contentarci di soluzioni sollecitate da singoli eventi, quasi occasionalmente", bisogna adeguare il processo di integrazione ai tempi, siamo "in una fase costituente" e i cittadini europei si attendono "una vera casa comune. Un'Unione a misura di azioni e di interazioni più efficaci anche nei confronti del resto del mondo", impresa per cui servono "senso di responsabilità, capacità di visione, rispetto e lealtà reciproca".
Quattro sono i grandi temi indicati dal capo dello Stato: i valori comuni, la sicurezza, l'energia e i nuovi alleati. E se sui migranti servono solidarietà e rispetto dei diritti umani, sull'energia "non è il momento delle esitazioni nè delle scelte egoistiche", ma di "coraggio e determinazione".
Mentre su migranti, su energia, su Patto di stabilità vanno in scena sfide all'ok Corral, Mattarella invoca "il negoziato e il compromesso" come "processi in grado di giungere a soluzioni creative e innovative, a beneficio di tutti".
"Più volte, anche negli ultimi anni, i leader europei, posti di fronte a una crisi esistenziale per l'Unione, hanno dimostrato di essere all'altezza" ricorda il Presidente quasi evocando una emulazione.
Il Capo dello Stato mostra comunque ottimismo: l'euroscetticismo, che come il covid è un virus che tocca tutti, non solo l'Italia, "è un fenomeno nella curva discendente, e questo è rassicurante", nota.
Del resto, chiude il Presidente salutando i ragazzi e concludendo la visita di Stato in Olanda, "non dobbiamo farci sconfortare dalle crisi perchè l'Europa, come ha detto Jean Monnet, va avanti attraverso le crisi".