AGI - "È una corsa contro il tempo". Il presidente del Consiglio Meloni guarda al vero banco di prova, ovvero alla legge di bilancio.
L'obiettivo è di intervenire sui primi provvedimenti sull'energia già al Consiglio di venerdì quando sul tavolo arriverà l'aggiornamento alla Nadef.
Oggi il presidente del Consiglio ha visto il responsabile del Mef Giorgetti e ha avuto altre riunioni per preparare i prossimi provvedimenti.
Si ragiona sulla possibilità di 'abbassare' il superbonus al 100%, puntando sulle villette e sulle prime case; si studia come rivedere il reddito di cittadinanza, rafforzando le politiche attive, si punta alla riforma del cuneo fiscale di due punti e ad estendere la flat tax da 65 mila a 85 mila.
Ma il cantiere è ancora aperto. "Occorre fare il massimo per proteggere le economie di famiglie e imprese dalle emergenze", ha sostenuto oggi Giorgetti spiegando che il governo sta valutando "come migliorare le misure di sostegno all'economia in coerenza con l'evoluzione del Quadro temporaneo sugli aiuti di Stato, e, in particolare, le garanzie pubbliche sui finanziamenti alle imprese" e ribadendo l'impegno del governo a ridurre deficit e debito.
La partita più importante per i primi cento giorni dell'esecutivo è l'intervento su come arginare caro bollette e speculazione.
E sarà determinante la sponda con l'Europa (Meloni vedrà Metsola, von der Leyen e Michel). Ma intanto il presidente del Consiglio ha voluto che il primo Cdm operativo varasse misure anti-mafia (su questo "non faremo passi indietro, ma solo avanti") sulla stretta dei benefici penitenziari per chi non collabora. "Sono fiero che si parta da qui", la premessa, "ha un valore simbolico".
Rassicurazioni sul rinvio della riforma Cartabia, "non mette a rischio le scadenze del Pnrr", l'ordinamento giudiziario "rischiava la paralisi".
E rivendicazioni delle norme anti-rave perché lo Stato "non si fa mettere i piedi in testa". Altro messaggio di discontinuità è sul Covid: "prima c'era un approccio ideologico", il tema era diventato da campagna elettorale, ora si agisce "sulla base delle valutazioni scientifiche".
E allora anticipo a domani del termine dell'obbligo dei vaccini per il personale sanitario (così rientreranno, ha osservato il presidente del Consiglio, 4000 mila persone al lavoro nelle strutture ospedaliere) ma resteranno le mascherine nelle corsie. Una chiosa su Predappio ("Politicamente molto distante da me") e sulla squadra dei sottosegretari e dei viceministri che ha creato fibrillazioni nei partiti della maggioranza.
Una parte di FI (tra l'altro scettica sui provvedimenti riguardo la pandemia) da ieri non nasconde l'irritazione per i 'veti' su alcuni nomi forniti (da Mangialavori a Cappellacci) ma si ribadisce il sostegno al governo. Sostegno che conferma anche Salvini, con la Lega che oggi ha fatto trapelare i nomi degli 'ex lumbard' nella squadra ancor prima che venissero ufficializzati.
"Non vedo problemi, forse arriveranno, ma per adesso si va avanti con entusiasmo e compattezza", osserva Meloni che sottolinea come in Consiglio dei ministri non ci siano stati scontri. Il ministro delle Riforme, Casellati, ha chiesto in Cdm al ministro della Giustizia Nordio di effettuare nuove verifiche di costituzionalità sul rinvio della riforma Cartabia; sulle norme anti-rave si è discusso dell'eventualità o meno di servirsi delle intercettazioni (il vicepremier Tajani ha rimarcato come FI sia contraria ad allargare l'uso di questo strumento) e, infine, è arrivato ai ministri l'invito ad inviare le proposte sulla legge di bilancio.
"Dobbiamo correre", ha rilanciato il presidente del Consiglio. L'opposizione è sulle barricate. I fari sono puntati sul Senato.
Sono 11 i sottosegretari che provengono da palazzo Madama e 9 i ministri. "C'è il rischio di avere problemi nelle commissioni", osserva una fonte parlamentare della maggioranza.