AGI - L'azione di Enrico Mattei come modello ispiratore per azioni che favoriscano lo sviluppo economico dell'Africa, anche in chiave di drenaggio dei flussi migratori provenienti dai Paesi più poveri. Giorgia Meloni nel suo discorso per chiedere la fiducia alla Camera ha citato il fondatore di Eni come figura di riferimento nelle politiche verso il Mediterraneo.
La premier ha ricordato: "Il 27 ottobre ricorrerà il sessantesimo anniversario della morte di Enrico Mattei, un grande italiano che fu tra gli artefici della ricostruzione post bellica, capace di stringere accordi di reciproca convenienza con nazioni di tutto il Mondo".
Poi ha proposto un riferimento alle politiche energetiche messe in campo da Mattei: "Credo che l'Italia debba farsi promotrice di un 'piano Mattei' per l'Africa, un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione Europea e nazioni africane, anche per contrastare il preoccupante dilagare del radicalismo islamista, soprattutto nell'area sub-sahariana. Ci piacerebbe così recuperare, dopo anni in cui si è preferito indietreggiare, il nostro ruolo strategico nel Mediterraneo".
Il presidente di Eni negli anni 50 è stato promotore di un approccio innovativo nelle relazioni con i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, chiudendo una serie di importanti contratti commerciali centrali per il rilancio del Paese tra dopoguerra e boom economico. Nel contesto della decolonizzazione il manager fu promotore di una linea basata sulla collaborazione in luogo del precedente sfruttamento unilaterale delle risorse dei Paesi ricchi di risorse naturali. Esemplificativo in questo senso fu l'accordo raggiunto con il Marocco nel 1958 per la ricerca degli idrocarburi che prevedeva la costituzione di una società nella quale entrambi i Paesi avrebbero avuto un'uguale quota di partecipazione.