AGI - Al neo ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani riconoscono tutti - avversari compresi - doti di grande equilibrio e serietà.
Un profilo, quello del capogruppo uscente al Senato di FdI, di cui Giorgia Meloni non poteva privarsi in una sfida delicatissima come quella di guidare un governo. In cui sarà fondamentale poter contare su elementi fidati, coi quali il rapporto è saldo da decenni, e con spiccate doti di saggezza.
Una pacatezza, quella di Ciriani, che non esclude l'incisività, come dimostrato nelle numerose battaglie parlamentari a colpi di ostruzionismo condotte nell'aula di Palazzo Madama.
Quanto al profilo politico, Ciriani fa parte a pieno titolo della schiera dei fedelissimi di governo della Meloni, al pari di figure come Giovan Battista Fazzolari o Francesco Lollbrigida.
Friulano, classe 1967, Ciriani aderisce da giovane al Msi, per poi seguire Gianfranco Fini nella svolta di Fiuggi e nella fondazione di Alleanza Nazionale, nelle cui file viene eletto prima consigliere comunale e poi consigliere regionale in Friuli del 1998, assumendo la carica di assessore allo sport e alle autonomie locali.
Nel 2008 aderisce al PdL diventa vicepresidente della Regione e assessore alla protezione civile, fino all'approdo nel 2015 in Fratelli d'Italia. L'elezione al parlamento nazionale arriva, da senatore, nel 2018 nel collegio uninominale Friuli-Venezia Giulia - 02 (Udine), e viene eletto capogruppo, prima di essere rieletto lo scorso 25 settembre e di diventare nuovamente capogruppo, ormai uscente in quanto neoministro.