AGI - Nel Partito democratico è iniziata la dolorosa e difficile analisi post elettorale per riprogettare il futuro e ripensare l’identità politica. I risultati non hanno rispettato le previsioni di alcuni sondaggi che restituivano percentuali vicinissime a quelle di Fratelli d’Italia, e invece il PD ha ottenuto appena il 19% dei voti, poco al di sopra del 18,7% delle elezioni del 2018. Una percentuale leggermente maggiore, quindi, ma con un’affluenza più bassa e una perdita di circa 800mila voti. Il peggior risultato della sua storia.
Una sconfitta elettorale e politica, non essendo riuscito a rimettere insieme le forze con le quali ha collaborato ininterrottamente negli ultimi tre anni della legislatura. Enrico Letta ha esposto la relazione finale in qualità di segretario uscente, durante la lunga riunione al Nazareno ha proposto un congresso costituente da concludere entro metà marzo. Un percorso che dovrebbe condurre a un profondo cambiamento del PD e del gruppo dirigente.
Con gli algoritmi di intelligenza artificiale di Kpi6 abbiamo monitorato le conversazioni in rete, degli appassionati, iscritti e militanti del Partito Democratico e di tutti coloro che si definiscono appartenere ad un’area progressista, per capire cosa si dice sul web, in queste ore.
L’opposizione ci farà bene. Il @pdnetwork si rigenererà all’opposizione. #DirezionePD
— Enrico Letta (@EnricoLetta) October 6, 2022
Si è applaudito in modo direi automatico alla relazione poco realistica del segretario.
— Patrizia Prestipino (@patriziaprestip) October 6, 2022
Però quando @MonicaCirinna dice cose realistiche e condivisibili, la platea è scarsamente reattiva.
Anche per applaudire ci vuole coraggio di questi tempi…#direzionenazionale
Con una media di un paio di autocandidature al giorno, se siamo bravi nel giro di un paio di mesi possiamo arrivare a una sessantina di candidati a un congresso che non è nemmeno stato convocato.
— Orfini (@orfini) September 28, 2022
Mi pare geniale.
Abbiamo capito tutto.
Si parla tanto di identità, di blocchi sociali di riferimento, leadership e allargamento del campo progressista. C’è chi invece pensa che si debba ripartire da un’alleanza molto stretta con il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte. Osservando l’andamento delle conversazioni in rete nell’ultimo mese, vediamo il picco dell’interesse in corrispondenza della sconfitta elettorale, ma contestualmente si è affermata una discussione sulla necessità di allargare l’alleanza dei progressisti, lavorando sul cosiddetto “campo largo”.
L’analisi semantica dei contenuti pubblicati sul web e il sentiment analysis, confermano valori di rabbia e disapprovazione per i risultati elettorali, ovviamente altissimi (94%), ed emergono quattro distinti focus tematici di conversazione, sui quali elettori e militanti si concentrano: mancata alleanza con il Movimento 5 Stelle, una legislatura gestita in modo troppo autoritario a causa delle restrizioni imposte per il covid, la necessità di guardare al futuro in modo costruttivo e l’errore di Enrico Letta, accusato di essere stato troppo precipitoso nell’interruzione del dialogo con il M5S, dopo la caduta del Governo Draghi.
Ci si domanda se è davvero possibile rinnovare un'alleanza strutturata con il Movimento 5 Stelle, dopo lo strappo. Su quali presupposti? Al momento sembra una discussione prematura, lo stesso Giuseppe Conte ha rinviato tutto alla conclusione del congresso del PD, quando sarà nominato il nuovo gruppo dirigente.
In rete si parla della necessità di proporre idee più coraggiose, per molti è arrivato il momento di rivendicare un’identità forte. Ma si parla anche di possibili leader. I due nomi forti che circolano sul web con più frequenza, i più menzionati e probabilmente apprezzati, sono quelli di Stefano Bonaccini, Governatore della regione Emilia-Romagna, ed Elly Schlein, vicepresidente della regione Emilia-Romagna con delega assessoriale al Welfare e al Patto per il Clima, nominata dallo stesso Bonaccini.
Si ipotizza anche un “ticket salva PD”, Bonaccini-Elly Schlein come si è già fatto in regione, dove il primo potrebbe diventare presidente del PD e la seconda la sua vice. Analizzando il volume degli apprezzamenti, attualmente Elly Schlein supera Bonaccini, per la corsa alla segreteria 47% vs 22%.
Un mio auspicio personale: con @sbonaccini candidato Segretario, @ellyesse sarebbe perfetta per un ticket. Come si è già fatto in Regione Emilia-Romagna. Sarebbe un modo per contribuire davvero dalla nostra terra ad una nuova stagione di rilancio e di rinnovamento del #PD.
— Andrea De Maria (@andreademaria_) October 3, 2022
Interessante notare che il nome di Matteo Renzi, nonostante non faccia più parte del Partito Democratico, compaia nella lista delle parole e frasi più usate nelle conversazioni.
Le conversazioni su Renzi risultano sempre essere molto polarizzate, tra chi gli imputa di aver fortemente penalizzato il partito durante la sua segreteria, e chi invece gli riconosce talento e visione politica strategica.
*Analisti: Gaetano Masi, Pietro La Torre. Fabiana Giannuzzi. Giornalista, content editor: Massimo Fellini