AGI - Dalla guerra in Ucraina alla crisi energetica che ne consegue, dall'immigrazione alle posizioni da prendere in seno all'Ue, anche su questioni spinose come l'Ungheria di Viktor Orban e la Polonia, sono numerose le sfide internazionali che attendono al varco il nuovo governo italiano di centrodestra. Il rapporto con alcuni Paesi sarà fondamentale e fra questi vi è senz'altro la Francia.
Il recente Trattato del Quirinale istituisce una partnership strategica fra Roma e Parigi con l'obiettivo di creare un legame analogo a quello tra la Francia e la Germania, nato in seguito al Trattato dell'Eliseo firmato da De Gaulle e Adenauer nel 1963. Ma per dare un contenuto a questo nuovo trattato franco-italiano e collaborare in Europa servirà un'intesa vera. Certamente Francia e Italia, definite "sorelle latine" dai francesi, hanno un legame storico, profondo, seppur con rivalità naturali.
Bisognerà vedere se la Francia di Emmanuel Macron e l'Italia di Giorgia Meloni riusciranno a camminare fianco a fianco. In una intervista rilasciata a Le Figaro appena dieci giorni fa, Meloni ha chiarito che "vogliamo un'Italia che conti di più in una Europa più equilibrata di quella che abbiamo visto negli ultimi anni". "L'Italia - ha proseguito la leader di Fratelli d'Italia - deve essere capace di difendere i suoi interessi in Europa come fanno la Francia e la Germania. Nelle nostre relazioni con l'Ue e con i nostri partner vogliamo essere trattati con la stessa dignità e lo stesso rispetto. E soprattutto - ha avvertito - non accetteremo alcuna subordinazione o posizione di inferiorità, come purtroppo è accaduto in questi ultimi anni con i governi italiani diretti dal Partito Democratico".
"Francia e Italia - ha poi osservato Meloni - sono due nazioni amiche. Abbiamo tanti interessi in comune e proprio perché tengo a questo rapporto credo che debba essere fondato sul rispetto reciproco e su un piano paritario. Se siamo d'accordo su questo punto non ci sarà alcun motivo di tensione fra i nostri Paesi". Fra gli interessi in comune evocati da Meloni c'è quello dell'immigrazione clandestina. Macron ha infatti promesso un giro di vite per quanto riguarda i migranti irregolari, soprattutto quelli che "disturbano l'ordine pubblico", che dovranno essere rimpatriati.
L'inquilino dell'Eliseo, che ha perso la maggioranza assoluta all'Assemblea Nazione nelle elezioni legislative di giugno e che deve quindi cercare compromessi con le opposizioni per legiferare, ha annunciato un progetto di legge sull'immigrazione per l'inizio del 2023. C'è indubbiamente da parte sua una disponibilità a rafforzare le frontiere esterne dell'Ue, anche se non si è mai espresso a favore di un blocco navale, che vorrebbe Meloni. Sull'immigrazione un'intesa sembra comunque abbastanza raggiungibile. I due leader sono invece già d'accordo sulla necessità di introdurre un tetto al prezzo del gas: entrambi si sono detti favorevoli.
Resta però da chiarire l'importantissima questione degli approvvigionamenti di energia in Europa: ci sarà una collaborazione o ciascuno andrà per conto suo? Francia e Italia hanno gia' ottenuto - ciascuna per conto suo - nuove forniture dall'Algeria. Sulla guerra in Ucraina Meloni ha preso una posizione pienamente atlantista, sostenendo le sanzioni contro la Russia. Lo stesso vale per Macron, che però evidenzia anche la necessità di dialogare con Mosca per raggiungere la pace.
Sulla guerra e i rapporti con la Russia Meloni dovrà comunque prendere in considerazione la posizione della Lega. Matteo Salvini ha infatti più volte affermato che le sanzioni alla Russia non funzionano e che sono più dannose per gli italiani che per i russi. C'è poi la questione dei diritti nell'Ungheria di Orban e in Polonia: qui Meloni e Macron partono da posizioni opposte. Al Parlamento europeo Fratelli d'Italia e la Lega hanno votato contro il rapporto che definisce l'Ungheria una "minaccia sistemica" ai valori dell'Ue.
La Polonia è ora impegnata in prima linea contro Mosca, ma resta un problema per Bruxelles e una preoccupazione per Parigi. Nell'intervista a Le Figaro Meloni ha anche ipotizzato che Francia e Italia possono "trovare numerosi punti in comune sulla riforma del Patto di Stabilità per avere più crescita e più flessibilita'". Ma con Parigi, ha aggiunto, "vorrei parlare anche della reciprocità nell'apertura dei mercati e delle operazioni industriali". La strada per un asse Roma-Parigi non si presenta in salita, ma spetterà ovviamente ai protagonisti tracciarla.