AGI - Ore 23:14. I seggi sono chiusi da quattordici minuti e Matteo Salvini affida a Twitter il suo primo commento sulle elezioni. Il segretario leghista festeggia il risultato della coalizione. "Centrodestra in netto vantaggio sia alla Camera che al Senato. Sarà una lunga notte, ma già ora vi voglio dire: grazie", scrive, rivolgendosi agli elettori.
Non una parola sulla performance della Lega. Né commenti arriveranno nelle tre ore successive, che il capo leghista trascorre chiuso nel suo ufficio nella sede federale del partito in via Bellerio a Milano.
Sembrano lontane le istantanee del 2019, quando Giancarlo Giorgetti mise una statuetta del guerriero Alberto da Giussano sul davanzale della finestra dell'ufficio del capo, che allora si affacciava sul cortile, per celebrare anche iconicamente lo storico 34% ottenuto alle Europee.
Rispetto a tre anni fa, Salvini ha spostato il suo ufficio, che non ha più finestre sul cortile, dove sono sistemati i giornalisti. Nella nuova stanza, fronte strada, il segretario segue lo spoglio insieme ai collaboratori e alcuni dirigenti del partito, come i capigruppo Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, il responsabile organizzativo Roberto Calderoli, i deputati e amici Eugenio Zoffili, Fabrizio Cecchetti, Igor Iezzi, Edoardo Rixi e Alessandro Morelli. Giorgetti e' rimasto a casa, a Cazzago Brabbia, nel Varesotto.
Nessuno dei dirigenti rilascia commenti ai giornalisti, mentre a Radio Libertà (ex Radio Padania) i conduttori aprono il filo diretto con gli ascoltatori, dopo aver mandato in onda alcuni discorsi di Umberto Bossi (il senatur, candidato alla Camera, ha votato nel pomeriggio nella sezione della 'sua' Gemonio).
Dalla prime proiezioni della nottata, stavolta, la Lega sembra aver dimezzato i voti delle passate Politiche (17,4%, nel 2018). Salvini è descritto come "silenzioso e concentrato sui dati e sorpreso" da chi ha avuto modo di osservarlo.
"Non ci attendevamo in alcun modo un risultato del genere", commenta un big leghista. Se fosse confermato un risultato sotto il 9%, potrebbero aprirsi crepe interne al partito e qualcuno potrebbe anche mettere in discussione la linea politica del capo leghista, che però ha portato il Movimento dal 4,1% delle Politiche del 2013 (quando era segretario Roberto Maroni) al 34,3% delle Europee del 2019.
Qualcuno potrebbe chiedere un congresso. Il capo leghista ha comunque dato il via alla stagione dei congressi, prima cittadini poi seguiranno quelli provinciali e regionali, e in seguito quello nazionale.
Unico commento, quello di Claudio Borghi su Twitter: "Noi come partito siamo andati come vedete. Ci sarà modo di analizzare il come e il perché. Il centrodestra vince, governerà e noi ci saremo. In Toscana si prospettano alcuni risultati clamorosi agli uninominali".