AGI - Una sessantina di seggi (40 alla Camera e 20 al Senato). Sono, secondo le stime, quelli assegnati dai collegi in cui la partita, a un giorno dalle elezioni, è incerta. Si tratta di collegi definiti “pienamente contendibili”, ovvero nei quali non c'è una tendenza definita al voto.
“Too close to call”, come si direbbe negli Usa, dove a ogni elezione presidenziale gli Stati “swinging” ballerini sono osservati speciali, a partire dall'Ohio che da sempre è stato preso come esempio di king maker del presidente a stelle e strisce.
I collegi uninominali, ricordiamolo, sono 74 al Senato e 147 alla Camera, e per sua stessa ammissione il segretario dem sta tentando di emulare l'impresa portata a compimento nel 2013 da Silvio Berlusconi, con la “non vittoria” inflitta al centrosinistra di Pierluigi Bersani o la vittoria risicatissima di Romano Prodi nel 2006 grazie alla rimonta, sempre di Berlusconi, negli ultimi giorni.
Due precedenti che il segretario Enrico Letta dovrà paradossalmente prendere come modello se vorrà cogliere l’obiettivo prefissato.
Vediamo però nel dettaglio quali sono, secondo gli esperti, gli "Ohio" d'Italia i collegi "swinging" in cui il risultato sarebbe aperto. Va detto anzitutto che il taglio dei parlamentari ha determinato un allargamento dei confini dei collegi, che in più di un caso hanno accorpato territori politicamente eterogenei.
In questo rimescolamento, è verosimile un'attenuazione della forza della cosiddetta “cintura rossa” per il centrosinistra e dunque l'aumento dei collegi contendibili anche in territori una volta considerati blindati per i progressisti, a tutto vantaggio della coalizione di centrodestra.
È il caso clamoroso, partendo dalla Camera, dei collegi di Modena, Imola, Carpi, Ravenna e Forlì, territori dove nei tempi passati nessun partito non di centrosinistra si sarebbe sognato di passare, o in Toscana di Pisa, Livorno, Prato e Arezzo.
Molti anche nel Meridione, sempre alla Camera, i collegi in bilico, ma qui la lotta per spuntarla si allarga ad un altro attore, è cioè al M5s di Giuseppe Conte.
Tra i più significativi collegi “ballerini” del Sud, Napoli Fuorigrotta, Giugliano, Caserta, Avellino, Bari, Ragusa e Catania.
A completare il quadro, i municipi romani I e VII.
Passando al Senato, il discorso non cambia di molto: nella ventina di collegi aperti si ripete, con confini più ampi, quanto già detto per la Camera. T
ra le grandi città, Torino e Milano sono in bilico tra centrodestra e progressisti, mentre in Campania, più precisamente a Caserta, Napoli, Torre del Greco e Acerra, a tentare l'exploit è Giuseppe Conte.