AGI - Spesso accusata di essere strumento di chi vuole avvelenare il dibattito sociale e politico, Meta tenta di correre ai ripari in vista delle elezioni del 25 settembre e di contrastare le interferenze, rimuovere i contenuti che disincentivano al voto o che trasmettono informazioni errate e attivare già promemoria elettorali per informare le persone e reindirizzarle al sito web del Ministero dell'Interno.
E poi ancora, collaborare con le istituzioni competenti in materia elettorale e con fact-checker indipendenti per aiutare le persone ad accedere a informazioni affidabili sulle elezioni e ridurre la diffusione di disinformazione. Attivare inoltre un centro operativo virtuale per le elezioni per identificare potenziali minacce in tempo reale e prendere provvedimenti in tempi rapidi.
La società di Mark Zuckerberg che controlla Facebook, Messenger, Whatsapp e Instagram ha deciso di agire in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. Il punto di partenza? La consapevolezza, fa sapere la compagnia, che le sue piattaforme “continuano ad avere un ruolo nel dibattito pubblico sulle elezioni. Lavoriamo attivamente per prevenire qualunque forma di abuso. Abbiamo investito ingenti risorse per aiutare a prevenire le interferenze elettorali, combattere la disinformazione e la disincentivazione al voto degli elettori e per rafforzare la trasparenza della pubblicità politica”.
Contenuti che disincentivano al voto
Meta ha individuato nella rimozione dei contenuti che violano le sue policy sulla disincentivazione al voto come “una delle numerose risposte contro potenziali interferenze nel processo elettorale. Adottiamo diverse misure per prevenire i discorsi d’odio o l'incitamento alla violenza sulle nostre piattaforme.
Si spiega che “attualmente, il 99,7% degli account falsi che rimuoviamo da Facebook vengono eliminati dall’Intelligenza Artificiale prima ancora che vengano segnalati dagli utenti”. A proposito dell’attivazione del Centro operativo virtuale per le elezioni dedicato all'Italia, Meta ha ricordato che è un'iniziativa implementata “a partire dal 2018, che riunisce esperti di tutta l'azienda - persone specializzate in intelligence, data science, ingegneria, ricerca, attività operative, policy e team legali. Questi team lavorano insieme per identificare in tempo reale potenziali minacce sulle nostre piattaforme, accelerando i tempi di risposta”.
I promemoria elettorali
“Stiamo collaborando con il Ministero dell'Interno per informare le persone in vista delle prossime elezioni” ha comunicato Meta. A partire da oggi “pubblicheremo dei promemoria elettorali su Facebook per le persone che hanno almeno 18 anni. Questi promemoria reindirizzeranno gli utenti al sito web del Ministero dell'Interno dove potranno trovare informazioni attendibili sulle elezioni”. Su Instagram, sempre a partire da oggi “gli utenti avranno a disposizione 3 nuovi adesivi creati dalla talentuosa illustratrice e artista multidisciplinare, Olimpia Zagnoli, che vorranno ricordare l'importanza del voto. Facendo un clic sugli adesivi condivisi nelle Storie Instagram, le persone potranno accedere al sito web del Ministero dell'Interno e ottenere, ancora una volta, informazioni sulle elezioni”.
La disinformazione
Per Meta interferire nel processo elettorale non si traduce solo nel veicolare contenuti che disincentivano al voto, ma anche nel pubblicare contenuti che “interferiscono con il voto, come informazioni errate sulla data delle elezioni o sui candidati. Collaboriamo anche con organizzazioni indipendenti di fact-checking per verificare la veridicità dei post segnalati e assicurarci che non violino i nostri Standard della Comunità”.
Tra le realtà italiane che collaborano con Meta, la società ha citato “Pagella Politica, Facta e Open. Quando i fact-checker segnalano un post come falso, ne riduciamo la visibilità su Facebook e Instagram e aggiungiamo un'etichetta con un link del fact-checker che offre alle persone maggiori informazioni sul contenuto analizzato”.
Discorso a parte merita WhatsApp. “Poiché i messaggi su WhatsApp utilizzano la crittografia end-to-end - spiega la società - combattiamo la disinformazione su WhatsApp attraverso misure atte a ridurre la viralità dei messaggi. I messaggi inoltrati su WhatsApp sono identificati da un tag. Dal 2020, i messaggi che sono stati inoltrati cinque o più volte possono essere inoltrati a una sola chat, e questo ha portato a una riduzione globale del 70% del numero di messaggi inoltrati di frequente. Quest'anno, abbiamo introdotto un nuovo limite per inoltrare i messaggi su WhatsApp: adesso, ogni messaggio inoltrato può essere inoltrato nuovamente a un solo gruppo WhatsApp alla volta”.
Gli inserzionisti e gli adv politici
In tema di trasparenza per le inserzioni su temi politici ed elezioni su Facebook e Instagram, Meta ha ricordato il lancio nel 2018 di una serie di strumenti e l’introduzione nel 2019 della richiesta “agli inserzionisti che desiderano pubblicare annunci su temi sociali, elezioni o politica in Italia di completare un processo di autorizzazione e includere il disclaimer "Finanziato da" su questi annunci. Tutti i post con il disclaimer "Finanziato da" confluiscono nella Libreria delle Inserzioni, nella quale rimangono archiviati per sette anni. Questo strumento è accessibile a tutti e fornisce informazioni dettagliate sugli annunci politici, tra questi l'account che ha creato l'annuncio, i dati demografici del pubblico e una stima dell’investimento. Siamo consapevoli di avere una grande responsabilità nell’aiutare le persone a partecipare alle elezioni e garantire elezioni sicure e libere”.