AGI - "Nei prossimi giorni prevediamo nuovi interventi a favore delle famiglie e delle imprese", conferma il presidente del Consiglio Draghi dopo la riunione del Consiglio dei ministri che ha approvato la relazione al Parlamento che aggiorna gli obiettivi programmatici di finanza pubblica sulla base di maggiori entrate pari a 6,2 miliardi di euro.
Il governo - ha reso noto palazzo Chigi - presenterà la Relazione alle Camere per la relativa autorizzazione necessaria affinché l'esecutivo possa utilizzare le risorse previste.
Le maggiori entrate, come indicate dalla Relazione, rappresenteranno la componente principale del nuovo Decreto Aiuti che il governo approverà, dopo il passaggio parlamentare, "con l'obiettivo di contrastare gli effetti su famiglie e imprese del caro energia".
Ma in attesa del nuovo step infuria lo scontro sul dl aiuti bis fermo al Senato.
Lo stesso Draghi, riferisce chi ha partecipato alla riunione del Consiglio dei ministri, è rimasto indispettito dai ritardi rispetto allo stanziamento delle risorse.
Lo scontro a palazzo Madama è sul superbonus. Con tanto di rimpallo di responsabilità.
Nel mirino il Movimento 5 stelle accusato dagli altri partiti di "bloccare 17 miliardi di aiuti". "Falso", la replica dei pentastellati. Mentre è proprio Fdi, dalle fila dell'opposizione, a chiedere la conversione in legge del dl aiuti bis prima dell'approdo in Parlamento della relazione sull'aggiustamento di bilancio utile per il prossimo dl.
Il nuovo provvedimento potrebbe superare i 10 miliardi complessivi (possibile che si arrivi a 13) ma è ora corsa contro il tempo, proprio per i ritardi che si registrano al Senato sul dl aiuti bis.
Il Senato esaminerà la relazione - l'input è arrivato con una comunicazione del ministro per i Rapporti con il Parlamento D'Incà - martedì 13 settembre, nello stesso giorno - programmata già una riunione della conferenza di capigruppo - in cui dovrebbe arrivare il decreto aiuti bis.
"C'è il si' del Pd ad approvare il dl aiuti il più presto possibile senza mettersi a fare nè ricatti nè discussioni che abbiano a che fare con la campagna elettorale", dice il segretario del Pd Letta.
"Stanno saltando almeno 30/40 mila aziende perché è incagliata la cessione dei crediti per tutti gli interventi fatti da questo governo contrati al Superbonus", ha ripetuto il presidente del M5s Conte chiedendo agli altri partiti di votare l'emendamento, "è vergognoso voltare la testa dall'altra parte. Sono tutti coalizzati contro di noi".
"Il Superbonus deve essere chiuso, è sbagliato. Un concetto errato visto che alla fine spenderemo 45 miliardi quando servono a sanità e scuola", osserva Calenda.
Proprio le ministre di Azione e di Iv si scagliano contro i ritardi inaccettabili: "Devono assumersi piena responsabilità le forze politiche che continuano a ostacolare in Parlamento l'azione del governo a favore dei cittadini in questo momento di estrema urgenza economica, dopo aver già bloccato la conversione del Decreto Aiuti di luglio".
"Questo atteggiamento irresponsabile tiene in ostaggio le imprese esponendole al rischio di chiusura e danneggia pesantemente la vita delle famiglie e dell'intero Paese", concludono le ministre.
"Conte guarda solo ai sondaggi. Al di là del cinismo elettorale facciamo le persone serie sui decreti che riguardano la vita dei cittadini", l'affondo anche del leader di Impegno civico Di Maio.