AGI- Nessuna riunione tecnica, nessun capo di gabinetto allertato: sul fronte del governo è calma piatta e nulla lascia intendere che ci possa essere a breve un provvedimento straordinario per frenare la corsa del prezzo del gas. Certo, il governo si tiene pronto, attende i dati del gettito fiscale di agosto per capire di quanti e quali risorse potrà disporre. Ma nel concreto, almeno fino ad ora, sul tavolo non c'è alcun decreto. Fonti ministeriali sottolineano anche che, per ora, non si è ancora parlato di una cassa integrazione scontata o gratuita per consentire alle imprese di fare fronte ai rincari.
Quando si preparano provvedimenti di questo tipo, infatti, vengono preceduti da riunioni con i tecnici e i capi di gabinetto dei ministeri. Cosa che, finora, non è avvenuta, viene precisato. Intanto cresce la preoccupazione nei partiti per gli effetti che il caro energia potrebbero avere su imprese e famiglie e sui conti dello stato. "L'emergenza bollette è la principale priorità ora. Abbiamo presentato proposte, come hanno fatto gli altri partiti. Le iniziative che prenderà il Governo Draghi siano le più determinate e tempestive sia a livello nazionale che a livello europeo", chiede il segretario del Pd Enrico Letta che assicura: "Troveranno il nostro sostegno". Il leader della Lega chiede un "armistizio" alle altre forze politiche per dare "un mandato pieno al governo in carica per fare esattamente quello che ha fatto Macron" contro il caro bollette, fissando al 4% il tetto degli aumenti delle bollette di luce e gas.
"Su luce e gas facciamo un armistizio, la pace" tra tutti i partiti. "Noi abbiamo quantificato in 30 miliardi di euro" le risorse necessarie "per bloccare gli aumenti delle bollette. Mi aspetto che Letta, Renzi, Calenda, Conte" accettino la proposta: "Troviamoci e diamo mandato pieno a Draghi di portare in Cdm questa proposta".
Il primo a rispondere all'appello è il partito di Carlo Calenda che, già nei giorni scorsi, aveva proposto una tregua elettorale per mettere tutti i partiti attorno a un tavolo con il governo. "Salvini ha sostanzialmente accettato la proposta di Calenda di un time out della campagna elettorale e della necessità di riunirsi intorno a un tavolo per offrire al presidente Draghi soluzioni contro il caro energia", spiegano con soddisfazione fonti di Azione.
"Meno male", aggiunge Carlo Calenda: "Almeno uno c'è arrivato. Dopo quattro giorni di insulti, ma c'è arrivato. Chiamatelo armistizio o time out. E' la stessa cosa. Vediamoci domani e proviamo a trovare un accordo per evitare il disastro: Enrico Letta, Giorgia Meloni, Giuseppe Conte". Da Più Europa si sottolinea che "Salvini propone di dare il mandato a Draghi sul caro energia" ma "sarebbe stato meglio per gli italiani se Salvini non lo avesse mandato a casa, insieme a Conte e Berlusconi. Detto questo, da giorni diciamo che spetta a Draghi, pur dimissionario, prendere l'iniziativa e avrà il nostro pieno sostegno".
Ed Emma Bonino, senatrice e nome di punta di Più Europa, si dice "fiduciosa" sul fatto che fra martedi' e mercoledi' possa arrivare un intervento straordinario del governo, "possibile anche in amministrazione ordinaria", sottolinea. Da Italia Viva la proposta di Salvini viene accolta con ironia: "Solo due giorni fa proposta fatta da Calenda e lui declina sfottendo con una frase idiota del tipo: 'sa che perde e vuole interrompere la campagna elettoralè.
Ora fa la stessa proposta come se fosse la sua. Grazie Salvini, come abbiamo fatto a non pensarci prima?", dice Davide Faraone. Non c'è bisogno di una tregua per Maurizio Lupi: "Draghi puo' svolgere non solo gli affari correnti, il Parlamento si puo' sempre convocare per approvare un decreto ristori per aiutare famiglie e imprese, senno' a settembre chiudono", sottolinea il leader di Noi Moderati.
Bisogna affrontare questo problema che è più grave di quello del Covid. Abbiamo chiesto un decreto ristori. Siamo d'accordo con Salvini e Calenda, ma non c'è bisogno di fermare la campagna elettorale", aggiunge Lupi. Posizione simile a quella di Forza Italia che, con Maurizio Gasparri, chiede al governo di agire "o con un apposito decreto o definendo fin da ora un emendamento da inserire nel decreto aiuti all'esame del Parlamento".
Da Cosenza arriva anche la proposta di Salvini. "Diamo un mandato pieno al governo in carica per fare esattamente quallo che ha fatto Macron" contro il caro bollette, fissando al 4% il tetto delgi aumenti delle bollette di luce e gas. "Su luce e gas facciamo un armistizio, la pace" tra tutti i partiti. "Noi abbiamo quantificato in 30 miliardi di euro" le risorse necessarie "per bloccare gli aumenti delle bollette. Mi aspetto che Letta, Renzi, Calenda, Conte" accettino la proposta: "Troviamoci e diamo mandato pieno a Draghi di portare in Cdm questa proposta", ha detto il leader della Lega.