AGI - Collaborare, un domani, di nuovo col Pd in un governo? "Nella prospettiva ci può stare di lavorare con altre forze politiche. Le delusioni provate ci rendono ancora più prudenti e intransigenti, se ci siederemo a un tavolo avremo condizioni ancora più chiare del passato".
È il presidente del M5s Giuseppe Conte, intervistato da Lucia Annunziata, a tenere viva la speranza di un possibile "rincongiungimento" post-elettorale con Enrico Letta, che ha abortito il progetto del Campo Largo a seguito della scelta di Conte di aprire la crisi che ha portato alla caduta del governo Draghi.
Alla giornalista che gli chiedeva se si possa immaginare un futuro con il partito pentastellato e il Pd di nuovo assieme al governo, Conte ha specificato: "In politica pensare di governare da soli e' un'ambizione e molto elevata. Stiamo risalendo nei sondaggi - ha concluso - ma realizzare un monocolore M5s è improbabile".
Il dietro-front
Dopo nemmeno un'ora Conte fa marcia indietro. "Mi spiace deludere qualche titolista, qualche giornale, ma penso che il mio pensiero sia stato forzato e travisato" scrive su Facebook, "Oggi ho dichiarato che mi auguro di governare da solo ma che so anche quanto sia improbabile poter avere un Governo con una sola forza politica. A proposito del dialogo con altre forze politiche come il Pd, a precisa domanda ho risposto che le delusioni che abbiamo incassato ci porteranno ad essere molto più prudenti e intransigenti sul rispetto delle nostre condizioni e dei nostri valori".
"L'esperienza maturata - prosegue - Conte - deve farci ancor più riflettere. Mi sembra evidente, peraltro, che a oggi il Pd abbia preso un'altra strada rispetto alla nostra e alle priorità di Governo che abbiamo condiviso nel Conte 2. Nelle condizioni attuali con i vertici nazionali del Pd folgorati dell'agenda Draghi non potremmo nemmeno sederci al tavolo. E noi i nostri valori, le nostre battaglie non li svendiamo. Lo abbiamo già dimostrato - conclude - senza paura di pagarne il prezzo".
I distinguo con il Pd
L'ex-premier ha voluto anche sottolineare che M5s è "molto più progressista del Pd, e lo ha dimostrato", poiché "i nostri pilastri sono chiari, sono principi non negoziabili. L'esperienza di questo ultimo governo - ha detto ancora - ha dimostrato che non siamo una forza come le altre".
La questione del duello tv
Tornando sulla questione del confronto tv del 22 settembre tra Letta e Meloni, Conte ha affermato: "È chiaro che siamo una forza politica scomoda, lo siamo sempre stati anche quando io non c'ero. Con me continua ad essere una forza politica scomoda e continuerà a esserlo", e anche per il mancato invito al Meeting di Rimini ha polemicamente osservato che "non siamo potenti e non siamo accreditati per partecipare a un incontro dove sono stati invitati tutti i leader. Esiste una conventio ad excludendum, ce ne faremo una ragione".