AGI - Nella giornata in cui Putin deposita la scheda nell'urna delle elezioni politiche italiane, l'esponente del Pd che più di altri rappresenta la vocazione europeista del Partito democratico annuncia di voler combattere nel seggio indicato da Enrico Letta e votato dalla direzione del partito.
Vincenzo Amendola, dopo un confronto durato ore con il segretario e centinaia di messaggi di sostegno, annuncia su twitter la sua decisione: "Per cultura politica e personale sono sempre convinto che il noi venga prima dell'io. La mia è una candidatura di servizio, per rispetto degli elettori e militanti del Pd, che hanno sostenuto il lavoro svolto in Europa in questi anni. Come sempre, con disciplina e serietà".
Per cultura politica e personale sono sempre convinto che il noi venga prima dell'io. La mia è una candidatura di servizio, per rispetto degli elettori e militanti del @pdnetwork, che hanno sostenuto il lavoro svolto in Europa in questi anni. Come sempre, con disciplina e serietà pic.twitter.com/ginRJNRBYY
— Enzo Amendola (@amendolaenzo) August 18, 2022
Una buona notizia per il segretario che, nei giorni scorsi, ha dovuto gestire qualche mal di pancia di troppo dovuto alla stesura delle liste: da Stefano Ceccanti a Monica Cirinnà, passando per Alessia Morani e, appunto, Amendola. Letta ha tenuto la barra dritta, non facendo passi indietro rispetto a una scelta certificata anche dal voto dalla direzione.
Monica Cirinnà, prima, e ora Amendola hanno fatto sapere di essere della partita malgrado il campo di battaglia non sia considerato congeniale dagli esponenti dem. Particolarmente apprezzato dallo stato maggiore dem è la scelta di Amendola. Il Pd, ha fatto sapere Letta al sottosegretario, punta su Amendola per la battaglia europeista. Una bandiera del partito, specie in un momento in cui appare sempre piu' chiaro che la posta in gioco è la collocazione europeista e atlantista del paese.
Le parole con cui Medvedev ha inviato gli elettori europei a "punire i governi idioti" rappresentano per Letta e il Pd un "rischio chiarissimo": la Russia di Putin "ha deposto la scheda nell'urna, vuole cambiare il corso della politica estera italiana", dice il segretario dem. "Una politica estera che con il governo Draghi è stata molto netta, nel frenare l'espansionismo russo e nello stare con l'Europa e con l'Alleanza Atlantica. Noi dobbiamo riconfermare questa scelta ed è chiaro che il voto del 25 settembre sarà anche su questo. Noi chiediamo che tutti i partiti politici dicano chiaramente No a queste ingerenze".
Fra questi partiti, aggiunge Letta, ce ne è uno che con Putin ha siglato un patto: "La Lega ha un accordo firmato nel 2017 con Russia Unita, il partito di Putin. Questo accordo deve essere disdettato. Se non lo fanno è gravissimo per la sovranità del nostro Paese", avverte Letta che considera una eventuale vittoria della destra "un grande rischio, non solo per l'Italia, ma per l'Europa. Non è solo un problema di discorsi o di parole. La destra ha votato contro la direttiva europea sul clima, contro tutte le politiche sull'immigrazione che sono arrivate dall'Europa, contro una maggiore integrazione europea. In Europa sono alleati con Orban e Le Pen. Noi pensiamo che ci sia".
Per questo, "è bello che in una giornata in cui appare evidente che la sfida sarà tra chi sta con Putin e chi sta con l'Europa, Amendola abbia scelto di dare il suo apporto", si osserva dal Nazareno dove le parole di Medvedev sono considerate un "tentativo di ingerenza gravissimo, sotto il segno di Putin".
Archiviate le liste, Letta si concentra sulla battaglia che il Pd si trova ad affrontare. Manca poco più di un mese alle urne. "Ora tutti insieme a convincere gli italiani, casa per casa, strada per strada". Domani il Pd presenterà il programma sui giovani. A presentarlo saranno i quattro giovani capilista, Silvia Roggiani, Marco Sarra, Caterina Cerroni, Rachele Scarpa. Con loro anche Elly Schlein, vicepresidente dell'Emilia Romagna, e Chiara Gribaudo, responsabile della Missione Giovani del Pd.