AGI - Il numero uno è sempre lui: Alessandro D'Agostini, capo politico e presentatore del 'Movimento Poeti d'Azione'.
"Una volta a Roma in sesta circoscrizione a Tor Bella Monaca ho preso tremila voti. È strano: io abito in centro..." dice D'Agostini, che coglie l'occasione per invitare il giornalista al suo prossimo concerto in una kermesse sul fiume Aniene.
La presentazione dei simboli al Viminale è una cosa seria, ma non manca il 'colore' di presentatori che mai arriveranno sulle schede elettorali, causa mancanza di firme.
Probabilmente questo sarà il caso del partito 'Follia creativa' di Giuseppe Cirillo oppure del 'Movimento internazionale Naturalismo' di Gabriele Nappi che mette l'effigie del gatto nel contrassegno.
I 'Free' di Marco Lusetti scelgono un uomo stilizzato che prende a calci la testa di Pinocchio.
Il generale Pappalardo si allea con l'Unione Cattolica Italiana e scrive nel simbolo 'Si cambia musica'. Panzironi di 'Rivoluzione sanitaria' presenta nel contrassegno la ghigliottina.
Adinolfi e l'ex Casapound Di Stefano sono 'No green pass'.
Non mancano i 'doppioni': ci sono due scudi crociati oltre all'Udc; due Pli; due 'Sud chiama Nord' uno con Cateno De Luca, l'altro con Giarrusso; un Partito comunista italiano e un Partito comunista dei Lavoratori; svariate liste che contengono la parola 'moderati', tra cui quella di Lupi-Brugnaro-Toti.
Alcuni preferiscono depositare il proprio contrassegno a titolo cautelativo: è il caso ad esempio di Toti che corre con i moderati di centrodestra, ma presenta comunque il logo di 'Cambiamo!'.
Identico ragionamento potrebbe riguardare Maurizio Turco con la Lista Pannella; Paolo Alli con 'Alternativa popolare' e Mirella Cece con il 'Sacro romano impero cattolico'.
Il partito 'Gay Lgbt+' di Fabrizio Marrazzo tenterà di raccogliere le firme per tutte le circoscrizioni italiane ed estere di Camera e Senato.