AGI - "Non ritengo ci siano le condizioni per una mia candidatura alle prossime elezioni politiche". Ad annunciarlo su Facebook è Alessandro Di Battista. "In questi giorni - spiega l'ex deputato M5s - in molti si sono espressi su una mia eventuale candidatura. Ho letto i vostri commenti e vi ringrazio per i suggerimenti e per la vostra stima. In questi giorni ho fatto tutti i passaggi che consideravo necessari per prendere una decisione approfondita. Come potete immaginare non è stato facile".
Un video girato nell'abitacolo dell'auto di famiglia, con tanto di seggiolino per i bambini a fare da sfondo, sul sedile posteriore. Alessandro Di Battista sceglie una location da uomo comune - certo, con annuncio sui social a fare da 'trailer' per la messa in linea del video, con tanto di conto alla rovescia scandita da una musica in crescendo - per un annuncio molto atteso: non si candida alle prossime politiche.
Gli riconosce di avere "rimesso una valagna di soldi con il Movimento 5 stelle", ma Alessandro Di Battista dipinge Beppe Grillo, lo ripete più volte nel suo pacato quanto severo video, come "un padre padrone" e altrettanto l'ex deputato ripete che "io non sto sotto Beppe Grillo".
Di più, del 'padre', Di Battista chiede infatti apertamente l'uscita di scena quando dice che "non dimentico il passato, ma neanche quello recente, determinati sbagli che sono stati fatti" come "avere mandato a quel paese gli attivisti che a Napoli erano molto scettici" sull'alleanza con il Pd.
Quel "padre padrone" dice allora Di Battista "deve fare un passo di lato" perchè "politicamente, io di Grillo non mi fido".
Onore delle armi a Giuseppe Conte, invece, al quale Di Battista riconosce di essere stato "defenestrato in maniera vergognosa" e da atto di correttezza e pulizia morale, anche se "questo non basta" per tornare all'impegno diretto. Anche perchè, rimarca, "a me nessuno, nessuno dei vertici di M5s, l'ha chiesto di candidarmi".
"Con Conte abbiamo avuto una interlocuzione molto leale e lo ringrazio perché è stato molto sincero, per me è un galantuomo", dice allora Di Battista del presidente M5s.
"Credo che abbia veramente a cuore gli interessi del Paese", aggiunge riconoscendo all'ex presidente del Consiglio una trasparenza grazie alla quale "anche parlando con lui ho compreso che ci sono tante componenti dell'attuale M5s che non mi vogliono. Da Grillo, passando per Fico, non mi vogliono, per una serie di ragioni, forse perché temono il fatto che io sia poco imbrigliabile, che io possa, giustamente, ricordare gli errori politici commessi soprattutto negli ultimi due anni, da vari esponenti".
E qui l'ex deputato non si nasconde e fa i nomi: "Senz'altro Grillo, Di Maio che poi se ne è andato, e Fico".
Di Maio, 'protetto' all'epoca della corsa a capo politico dall'ostracismo denunciato da Di Battista ai propri danni "perché era un'onta dire che avevo tre volte i suoi consensi".