AGI - "Rivolgo un commosso pensiero ai minatori che l'8 agosto 1956 perirono a Marcinelle. Quella tragedia costò la vita, tra gli altri, a 136 connazionali. Dal 2001 la ricorrenza è stata proclamata 'Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo' affinchè, nel ricordo di quanto accaduto al Bois du Cazier, possa essere onorata la memoria di tutti gli italiani caduti sul lavoro all'estero". Questo è il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 66esimo anniversario della tragedia di Marcinelle e della 21esima Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo.
"L'emigrazione dei nostri connazionali e il sacrificio che questa ha comportato - riprende Mattarella - hanno segnato l'identità dell'Italia e anche lo stesso processo d'integrazione europea. Le dolorose esperienze dei lavoratori migranti, maturate nei decenni precedenti il Trattato di Maastricht, hanno sollecitato la promozione dei diritti dei lavoratori al livello europeo, contribuendo alla creazione di un'Europa coesa, solidale, fondata anche su un pilastro sociale".
"In questo spirito, rinnovo ai familiari delle vittime di quella tragedia e di tutti gli altri episodi che hanno tristemente coinvolto i nostri connazionali in altri contesti, i sentimenti di solidale partecipazione al loro dolore e, a tutti gli italiani che lavorano all'estero, le espressioni della riconoscenza della comunità nazionale", conclude il Capo dello Stato.
Casellati: "Un ricordo sempre vivo nella memoria"
"Il ricordo delle 262 vittime di quella terribile sciagura, di cui 136 connazionali, resta sempre vivo nella memoria individuale e collettiva". Lo afferma il presidente del Senato, Elisabetta Casellati. "Le storie di questi lavoratori sono l'espressione della volontà di riscatto, del coraggio e della tenacia di intere famiglie che, nel secondo dopoguerra, lasciarono il loro paese d'origine per cercare un futuro migliore. Il loro sacrificio e la loro determinazione hanno dato un contributo fondamentale alla costruzione dell'Italia di oggi e al rafforzamento delle radici della stessa Unione Europea. Guardiamo dunque a quel passato doloroso con la consapevolezza che i vincoli di solidarietà tra persone e popoli, e un rinnovato sentimento di condivisione e reciproca fiducia, ci consentiranno di affrontare le sfide cosi' complesse del nostro presente".
Meloni: "Non strumentalizzare il tema dei migranti"
"La cosa più distante con la tragedia degli italiani che emigravano per lavorare nelle miniere belghe, è che molti degli immigrati irregolari di oggi, per lo più giovani maschi in età da lavoro, considerano l'accoglienza stessa come un diritto inalienabile da cui far discendere presunti diritti molto più materiali, che costano alle casse dello Stato italiano, per ogni straniero accolto, più di quanto ricevano di pensione molti nostri anziani". È un passaggio dell'intervento di Giorgia Meloni, pubblicato sull'edizione online del Corriere della Sera, a proposito dell'anniversario della tragedia di Marcinelle.
"Questa - riprende la leader FdI - è la ragione per la quale ritengo che utilizzare la tragica ricorrenza di Marcinelle per comparazioni forzate e strumentali non sia un modo corretto nè di ricordare gli italiani di ieri, nè di affrontare il tema degli stranieri di oggi".
"Di fronte alla tragedia di Marcinelle e di tutti gli italiani che oggi ricordiamo, caduti sul lavoro lontano dalla patria, chiniamo il capo rispettosamente impegnandoci a preservarne la memoria da una certa, interessata, retorica di parte", osserva ancora ricordando, in apertura del contributo, che "ieri Enrico Letta ha annunciato da queste colonne la sua partecipazione alla commemorazione istituzionale che si svolge come ogni anno nella cittadina belga".
"Un gesto - osserva ancora la leader FdI - che apprezzo, sinceramente, e che a Marcinelle ha portato anche me in anni passati, perchè quella tragedia è un tassello della nostra vicenda nazionale e di una necessaria memoria storica condivisa. È con questo spirito che nel 2001 un uomo orgogliosamente di destra come l'indimenticato Mirko Tremaglia, allora ministro per gli Italiani nel mondo, propose di fare dell'8 agosto la Giornata del sacrifico del lavoro italiano nel mondo".
Meloni osserva allora che "da 21 anni quindi, nel commemorare i nostri connazionali caduti nel Bois du Cazier, ricordiamo i tanti altri italiani morti sul lavoro in ogni continente, simboli di un'emigrazione che ha visto milioni di figli d'Italia non soltanto cercare fortuna lontano da casa, ma contribuire, da italiani, al progresso economico, sociale e culturale delle nazioni che li hanno accolti. Anche quando questo non avveniva in condizioni ottimali, come fu per i nostri minatori in Vallonia".
"L'Italia post-bellica aveva siglato nel 1946 un protocollo con il Belgio, che si impegnava a rifornirci di carbone in cambio di manovalanza per le loro miniere. I proprietari si impegnavano a garantire salari e condizioni di lavoro dignitose, ma una volta arrivati sul posto - prosegue la leader FdI - tanti dei nostri connazionali si ritrovarono a dormire nelle baracche destinate fino a qualche mese prima ai prigionieri di guerra tedeschi e a lavorare in condizioni ai limiti dell'umana sopportazione".
"Ora, non credo sia difficile notare - rimarca - come il quadro fosse radicalmente diverso da quello dell'attuale situazione dell'immigrazione verso l'Italia. Qui e oggi, accanto all'immigrazione regolare, fatta di milioni di stranieri che si sono integrati positivamente nella nostra società e che meritano il nostro apprezzamento, da anni conosciamo ingenti flussi di immigrati irregolari che i governi di sinistra, o ai quali la sinistra ha partecipato, non hanno mai saputo nè voluto arginare, alimentando cosi' un traffico inumano e un business inaccettabile, sostenuto da certe Ong ideologizzate e ben remunerati professionisti dell'accoglienza".
"Una parte consistente di questi irregolari diventa manodopera per la criminalità organizzata, altri, certo, per caporali e pseudo-imprenditori senza scrupoli, che li utilizzano per rivedere al ribasso le condizioni sociali e salariali dei lavoratori italiani. Soltanto una minima parte - ribadisce la leader FdI - è invece costituita da aventi diritto allo status di rifugiato, che naturalmente meritano la tutela prevista dalle Convenzioni internazionali. Di fronte a questo dramma quotidiano, è doveroso ristabilire il principio elementare che in Italia si puo' accedere e permanere soltanto rispettando le nostre leggi".
Letta: "Lettera della Meloni molto grave"
"Ho trovato la lettera di Giorgia Meloni, francamente, incomprensibile e anche molto grave". Questo il commento di Enrico Letta a proposito dell'intervento della leader FdI. "Chi si candida a presidente del Consiglio deve sapere che bisogna unire e non dividere il Paese", aggiunge il segretario Pd che si è recato nella cittadina belga per le commemorazioni per i fatti di Marcinelle.