AGI - In questa campagna elettorale per ora Giorgia Meloni ha scelto un profilo basso. Pochi messaggi e tutti rassicuranti.
Oggi quello sul via libera della Camera all'adesione di Finlandia e Svezia alla Nato. "Di fronte all'aggressione russa contro l'Ucraina, il rafforzamento del fronte europeo dell'Alleanza è - ha sottolineato - un passaggio importante che può fungere da deterrente a nuove minacce russe. Questo ingresso è importante anche nell'ottica di un maggiore protagonismo occidentale nella sfida dell'Artico, quadrante geopolitico spesso sottovalutato ma di importanza strategica in termini di sicurezza e di approvvigionamento energetico".
La presidente di FdI sta tessendo la tela con cancellerie e il mondo dell'imprenditoria per ribadire che l'obiettivo di Fratelli d'Italia sarà quello di assicurare gli interessi del Paese.
I suoi fanno notare come i mercati abbiano già cominciato a scommettere sul possibile successo del centrodestra alle elezioni e sulla possibilità che sia FdI ad indicare il candidato premier.
Qualora il centrodestra dovesse vincere le elezioni occorrerà sottoporre il nome a Sergio Mattarella, con un'interlocuzione anche legata eventualmente alla composizione dei ministri.
Motivo per cui da FdI si frena sulla possibilità rilanciata da Matteo Salvini e Antonio Tajani di nominare i componenti della squadra di governo già in campagna elettorale.
"È giusto - ha osservato il segretario leghista - presentarsi agli italiani con almeno una parte della squadra che governerà questo Paese, se, come dicono i sondaggi, il centrodestra governerà questo Paese. Chiederò a Meloni e Berlusconi che alcuni ministri importanti - il ministro dell'Economia, degli Esteri e della Giustizia - siano presentati con nome e cognome".
"Berlusconi sta riflettendo su possibili nomi di ministri, politici e non politici. Se tutti i leader saranno d'accordo si possono anche presentare dei nomi", ha osservato, dal canto suo, il coordinatore azzurro.
Ma in ambienti di Fdi si sottolinea che i ministri non sono bandierine. Niente fughe in avanti, quindi. Il tema di anticipare la squadra di governo ha pro e contro ma ora basta parlarne in pubblico - è la reprimenda contro Salvini - perché si accentuano divisioni e polemiche.
Anche sui programmi - è il 'refrain' - occorrerà avanzare in maniera collegiale, l'autonomia e la riforma presidenziale "dovranno viaggiare in parallelo".
Al momento la discussione aperta è sui collegi, con l'obiettivo di chiuderla entro lunedì. Sul tavolo innanzitutto il nodo di chi deve farsi carico dei centristi.
Lorenzo Cesa dell'Udc ha chiesto pari dignità, vuole maggiore peso per il suo partito nella coalizione.
Oggi c'è stata una prima riunione a cui ne seguirà una tecnica domani mattina e un'altra, politica, nel pomeriggio.
"Noi - hanno argomentato gli 'sherpa' del partito di via Bellerio - abbiamo lasciato a FI quattro seggi in più proprio per permettere all'Udc di avere una giusta rappresentanza".
Fdi ha rimarcato come si sia fatto carico della formazione del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e di Noi con l'Italia di Maurizio Lupi (undici seggi in tutto). I centristi chiedono il proprio logo anche nel simbolo presentato da Berlusconi per il voto degli italiani all'estero.
"Un certo numero di collegi sono stati assegnati alle formazioni minori di centro - ha ricordato il coordinatore azzurro Tajani - se l'Udc non presenta la propria lista, le porte di Forza Italia sono aperte, ma la decisione la deve prendere l'Udc".
"L'accordo nel centrodestra tiene, è nell'altro campo sono in difficolta'", rilanciano tutti i partiti della coalizione. Che attaccano a testa bassa la decisione di Calenda di chiudere un'intesa con il Pd.
"L'alleanza Pd-Azione - osserva la Meloni - fa chiarezza sulle forze in campo alle prossime elezioni. A misurarsi con il centrodestra e FdI ci sarà la solita sinistra. Il Pd, la sinistra estrema e Azione, la costola del Pd presieduta dall'europarlamentare eletto nel Pd, Calenda. Finisce la storiella di Azione partito moderato, alternativo alla sinistra tutta tasse, assistenzialismo e nemica del ceto produttivo".
Calenda? "È una appendice della sinistra che rinuncia alla propria identità, per esempio alla battaglia sul nucleare", taglia corto Tajani. Berlusconi (di sicuro si candiderà in Lombardia) oggi ha attaccato la sinistra: "Se vince sarà peggiore, bloccata da tasse e veti".
Il Cavaliere oggi è "sceso in campo" anche sui social. Registrerà una serie di videomessaggi brevi che saranno pubblicati almeno due volte a settimana su Instagram e su Facebook.
Sui social ci sarà anche Salvini che - oltre ad andare nelle piazze e nelle feste della Lega - utilizzerà anche Tik tok per cercare di raggiungere i più giovani.