AGI - Ravenna commemora i cento anni dall'assalto fascista alla sede della federazione delle Cooperative, capeggiato da Italo Balbo e da Dino Grandi e preludio della marcia su Roma, e il Presidente della Repubblica ricorda che la democrazia del nostro Paese "è stata - è - una conquista del popolo" che va da tutti "rigenerata ogni giorno, chiamando i più giovani a esserne protagonisti".
Sergio Mattarella - salutato calorosamente e con lunghi applausi nel teatro Alighieri dove si svolge la cerimonia - invita a non dimenticare gli insegnamenti di quei giorni, quella "pagina di violenza, di devastazione e di morte" che avrebbe portato "alla perdita della libertà per gli italiani, con l'avvio della stagione buia della dittatura fascista".
Perché, spiega il Capo dello Stato, la storia "è parte di noi. Di ciascuno di noi come persona, di noi come comunità. È alle fondamenta della nostra cultura, dei nostri ordinamenti, dei valori in cui ci riconosciamo e che costituiscono l'asse portante della società contemporanea".
Mattarella auspica che tutti ricordino che "la libertà di cui godiamo, la democrazia che è stata costruita, l'uguaglianza e la giustizia che la Costituzione ci prescrive di ricercare sono tutte figlie di una storia sofferta e di generazioni che le hanno conquistate con dolore, sacrificio, impegno, consegnandole alla nostra cura affinché possiamo a nostra volta trasmetterne il testimone".
"È una lezione di coraggio - insiste - di fiducia. È la coscienza di essere parte di una storia che continua, consapevoli anche dei momenti più oscuri e indegni vissuti e del loro superamento". La democrazia, ribadisce, "nasce da questa diffusa coscienza della responsabilità di ciascuno nella difesa delle comuni libertà".
Mattarella, dopo aver visitato Palazzo Rasponi - dove si trovava la sede della Federazione delle Cooperative assaltata dalle camicie nere nell'estate del 1922 e oggi sede della Provincia - sottolinea anche l'importanza del lavoro svolto dal mondo della cooperazione che definisce "vettore di progresso" e "protagonista, insieme ad altri, di quel sistema produttivo e di servizi plurale che ha reso la nostra economia una delle più avanzate al mondo".
"La libertà dei corpi sociali di un Paese è elemento che contribuisce a sorreggere la vita democratica. Quando le formazioni intermedie vengono compresse, costrette al silenzio, è l'intera impalcatura delle libertà e dei diritti che viene compromessa", dice infine, ricordando che "il fascismo la costrinse dentro le gabbie di uno Stato oppressivo e totalitario. La Repubblica le ha ridato libertà e respiro".