AGI - Il riconoscimento del principio d'insularità e degli svantaggi che ne derivano entra nella Costituzione italiana. Stamane la Camera ha dato il via libera definitivo, con 412 sì e un astenuto, alla proposta di legge costituzionale d'iniziativa popolare con cui è stato aggiunto un comma all'articolo 119 della Carta.
"La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità", recita il testo approvato in seconda lettura a Montecitorio, a conclusione di un iter cominciato cinque anni fa in Sardegna con una raccolta di firme poi estesa al resto d'Italia.
"Per la prima volta nella storia della Repubblica una legge di iniziativa popolare cambia la Costituzione", sottolinea Michele Cossa (Riformatori Sardi), presidente della Commissione speciale del Consiglio regionale della Sardegna per l'insularità e del Comitato promotore per l'insularità in Costituzione, cui si deve la campagna che ha portato a raccogliere oltre 200 mila firme, grazie anche alla mobilitazione del mondo degli emigrati sardi in Italia e di quello delle isole minori italiane, riunite nell'Associazione dei Comuni delle Isole minori italiane, Ancim.
La pdl costituzionale, con un sostegno trasversale in Parlamento, era già stata votata in prima (il 3 novembre scorso) e seconda deliberazione (il 27 giugno) al Senato e in prima deliberazione a Montecitorio, il 30 marzo, ma ha rischiato di bloccarsi con lo scioglimento delle Camere.
"Momento storico"
I deputati della Sardegna e della Sicilia, di tutti gli schieramenti, nei loro interventi in Aula stamane hanno parlato di momento 'storico' per i circa 8 milioni di italiani che abitano nelle isole o sono stati costretti a emigrare.
Quanto pesa vivere nelle isole
Il grave e permanente svantaggio cui è esposta la Sardegna ha un costo stimabile in circa 5.700 euro per ogni sardo, oltre un quarto del Pil pro capite che, tenendo conto della popolazione, corrisponde a circa 9,4 miliardi di euro di minore prodotto annuo, secondo stime dell'Istituto Bruno Leoni. Per ogni siciliano, invece, il costo aggiuntivo è di circa 1.300 euro l'anno rispetto ai cittadini residenti nella penisola, pari a 6,5 miliardi annui in totale. Essere un'isola, come ricorda il Comitato promotore per l'insularità in Costituzione - comporta svantaggi dovuti soprattutto a trasporti, al costo dell'energia, al gap infrastrutturale, a un mercato interno ritratto ed esposto più degli altri agli shock esogeni, che non consentono ai cittadini e alle imprese delle isole di avere pari condizioni di partenza rispetto ai connazionali.
Le reazioni in Sardegna e Sicilia
"La Sardegna è oggi più forte e capace far valere diritti troppo a lungo negati, per avere giuste compensazioni degli svantaggi che la condizione insulare comporta", esulta il presidente della Regione, Christian Solinas. "Lo Stato deve essere nostro alleato in Europa, affinché possiamo portare avanti con unità e determinazione le rivendicazioni delle Isole a Bruxelles, ma prima ancora dobbiamo essere in grado di sostanziare di contenuti chiarendo quanto prima i termini attuativi di questa rinnovata previsione costituzionale".
"Dobbiamo evitare", avverte Solinas, "che la modifica costituzionale si risolva nell'ennesimo richiamo di principio sulla legislazione statale, privo di efficacia sostanziale: un'affermazione di principio ha bisogno di essere declinata nelle sue possibili articolazioni".
Per la viceministra allo Sviluppo economico, Alessandra Todde, sarda e vicepresidente del M5S, quello di oggi "è un risultato che viene dal basso, un risultato di tutto il popolo sardo e di tutti cittadini: proprio per questo, visto che stiamo entrando in campagna elettorale, è importante sottolineare quanto il tema dell'insularità non sia spendibile solo da alcuni".
"Superare gli svantaggi derivanti dall'insularità diventa, da oggi, un impegno preciso per lo Stato, consacrato nella Costituzione: è una vittoria per tutti gli isolani d'Italia", dice il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. "Continueremo a lavorare, in sinergia con Bruxelles e Roma, affinché vivere su un'isola non sia più una maledizione o un problema, ma una straordinaria opportunità".
In tanti, dopo il voto, hanno ricordato Roberto Frongia, presidente dei Riformatori sardi e assessore regionale ai Lavori pubblici, scomparso nel dicembre del 2020 per l'impegno con cui ha portato avanti la proposta di legge d'iniziativa popolare.