AGI - Lavoro in corso per la costituzione dell'area 'draghiana' dopo che nella sede di Arel si sono visti il segretario del Pd, Enrico Letta, il ministro degli Esteri e leader di Ipf, Luigi Di Maio, e il sindaco di Milano, Beppe Sala. A quest'ultimo - riferiscono fonti parlamentari - è stato chiesto di impegnarsi in campagna elettorale al nord perché - sottolinea la stessa fonte - è soprattutto lì che si vinceranno le elezioni".
Il ministro degli Esteri sta lavorando ad una lista civica (che dovrebbe comprendere anche l'ex sindaco di Parma Pizzarotti) da presentare la prossima settimana. Nel nome dell'agenda Draghi. Ora dopo ora si sta costituendo quel 'campo largo' lanciato da Letta.
Nei prossimi giorni si attendono le mosse di Calenda che - osserva un 'big' dem - non è escluso affatto possa trovare un accordo con Renzi. I due si sono incontrati due giorni fa, l'incontro è stato descritto come affettuoso ma al momento non c'è alcuna novità. Nella partita potrebbe far parte anche Toti.
"Sono pronto a fare il front runner", ha annunciato il segretario dem. Per quanto riguarda il tema delle alleanze Letta ha indossato i panni del 'facilitatore' per cercare di allargare il fronte contro le destre. Non farà parte della squadra il Movimento 5 stelle di Conte che nei giorni scorsi ha incontrato l'eurodeputato Lamberts, co-presidente del gruppo Verdi/Ale al Parlamento Ue.
L'obiettivo è fare del Movimento un soggetto legato all'ambiente e ai temi dell'agenda sociale ma dopo le interlocuzioni avviate la decisione è stata quella di porre M5s "come terzo incomodo".
"Il Pd con quella norma che non c'entrava niente ha voluto metterci due dita negli occhi", ha attaccato l'ex premier rivolgendosi al partito dem sul tema del termovalorizzatore. Ed ancora: "Draghi ha assunto un atteggiamento di estrema risolutezza. Ha ritenuto, pur dopo 18 mesi di governo, che la dialettica politica dovesse rimanere definitivamente esiliata".
Inoltre: "Siamo stati bullizzati davanti al Parlamento e a tutti i cittadini, siamo stati messi in condizione di non poter più sostenere questo governo". "Quando si parla di tradimento, parliamo di tradimento nei confronti di chi? Noi - ha spiegato l'ex premier - non tradiremo mai i cittadini che ci voteranno. Questo è l'impegno che voglio anticipare per questa campagna elettorale. Mai interessati a lavorare per una poltrona in più".
E infine l'annuncio: "Saremo soli, saremo il terzo polo, il terzo campo, il campo giusto, dove c'è la dignita' della persona, di chi lavora, la dignita' sociale di chi in un momento di difficoltà puo' essere aiutato dallo Stato senza essere umiliato, bullizzato da politici che vivono di privilegi".
Ma il presidente M5s deve fare anche i conti con il malessere nei gruppi. È arrivata la decisione di Davide Crippa di dimettersi: "Non avendo condiviso la linea politica adottata dai vertici del M5s, che ha causato la crisi del governo Draghi e i suoi drammatici effetti economici su famiglie e imprese, nonchè la conseguente, prevedibile rottura di quel progetto ambizioso del campo progressista che ci aveva visti protagonisti di una importante svolta politica dentro e fuori dal M5S, ritengo - ha annunciato all'AGI - non sia più opportuno proseguire nel ruolo di rappresentanza che svolgo, dopo essere stato eletto per tre volte, alla guida del gruppo parlamentare M5S alla Camera".