AGI - Sono le 17:43 del 27 novembre 2013 e la voce di Pietro Grasso annuncia l'esito della votazione: 192 parlamentari si sono espressi contro i nove ordini del giorno che propongono di respingere la decadenza di Silvio Berlusconi.
Nove anni dopo, il Cavaliere 'aziona' il 'rewind' e riparte da lì. Ottantasei anni da compiere pochi giorni dopo, l'ex presidente del Consiglio sarà candidato a Palazzo Madama alle politiche del 25 settembre.
L'indiscrezione è stata confermata da Antonio Tajani. "Berlusconi sta come un grillo, si candiderà certamente al Senato", ha assicurato il coordinatore nazionale di Forza Italia, intercettato dai giornalisti a Palazzo Montecitorio.
D'altronde era stato lo stesso presidente di FI ad annunciare il suo "ritorno in campo" in vista della campagna elettorale, in una 'batteria' di interviste rilasciate ieri.
Il Cavaliere oggi ha incontrato Giorgia Meloni e convenuto di lavorare all'organizzazione di un vertice di coalizione con Matteo Salvini da tenersi "primi giorni della prossima settimana".
Intanto, i tre principali partiti di centrodestra, FdI, Lega e FI si preparano alla breve ma intesa campagna elettorale di fine estate.
Salvini ha fatto stamane una prima riunione organizzativa coi suoi, per poi incontrare in video collegamento i governatori leghisti. Il programma "avveniristico" di FI è già pronto, spiega Berlusconi in un colloquio con il Tg5, "c'è l'aumento delle pensioni, tutte le nostre pensioni, ad almeno 1000 euro al mese per 13 mensilità, c'è la pensione alle nostre mamme che sono le persone che hanno lavorato di più alla sera, al sabato, alla domenica, nei periodi delle ferie e che hanno diritto di avere una vecchiaia serena e dignitosa".
"Nel nostro programma - prosegue - c'è l'impegno a mettere a dimora, a piantare ogni anno almeno un milione di alberi su tutto il territorio nazionale", aggiunge poi, confermando la svolta ecologista, inaugurata da qualche anno.
Berlusconi poi conferma che FI correrà con la sua lista, al fianco delle liste della Lega, di Fratelli d'Italia e di "altre due centriste".
Nel centrodestra ci sono "forze politiche diverse, che si presenteranno ognuna con le proprie liste, i propri simboli, la propria identità ma con un programma comune", spiega.
"Siamo certamente diversi, ma siamo uniti da un buon progetto per migliorare il nostro Paese", aggiunge.
"Per me l'unità del centrodestra è motivo di grande soddisfazione perché il centro-destra è la nostra casa, esiste in Italia solo perché l'ho fondato e l'ho reso possibile io e deve avere una connotazione liberale, cristiana, garantista, europeista, deve essere chiaramente schierato con l'Occidente e con l'Alleanza atlantica. Una connotazione che solo noi possiamo garantire", sottolinea.
Il primo nodo che la coalizione dovrà affrontare è quello della spartizione delle candidature nei collegi uninominali previsti dal Rosatellum.
Una parte del centrodestra - Lega e FI - propongono una suddivisione equa in tre (il 33% a ciascun partito), mentre Giorgia Meloni chiede che la divisione sia calcolata in base ai sondaggi, come avvenne nel 2018.
Ma su questo i vertici di FI appaiono ottimisti. "Troveremo un accordo, lo abbiamo sempre trovato", rassicura Tajani.
Il vero nodo di divisione, allo stato, è la premiership. Meloni chiede che sia rispettata la regola che sia il primo partito della coalizione a indicare il candidato premier.
Mentre dalle parti di Forza Italia non si vuole procedere con l'indicazione del candidato premier prima del voto.
"Se ne parla dopo le elezioni", conferma Tajani. "Credo sinceramente che questo sia il meno importante dei problemi", risponde Berlusconi, in un'intervista al 'Giornale'.
"Quello che dobbiamo definire non è un nome, è un progetto comune da proporre agli italiani, credibile in Europa e nel mondo. Poi, alla fine del percorso, ragioneremo insieme sul nome più appropriato da proporre al presidente Mattarella come nuovo presidente del Consiglio".