AGI - Giornata caldissima per i palazzi della politica. In un assolato mercoledì di luglio si giocano le sorti del governo Draghi, con la riunione del Consiglio nazionale M5s, alle 8,30, in cui Giuseppe Conte dovrebbe tirare le somme per decidere se votare domani al Senato la fiducia al governo, sul dl aiuti, o uscire dall'aula facendo venire meno il suo sostegno all'esecutivo.
Ieri il premier Mario Draghi è stato chiaro: non esiste un governo senza il M5s, non esiste un altro governo a sua guida dopo l'attuale perchè non si può tirare a campare. Ma le decisioni in caso di crisi, ha ricordato a se stesso e agli italiani, saranno prese al Quirinale, rimandando di fatto a un confronto con il presidente Sergio Mattarella.
Intanto il Pd chiede all'alleato grillino di assumersi la responsabilità di lasciar proseguire l'impegno dell'attuale esecutivo. La capogruppo dem Simona Malpezzi lancia un appello agli alleati: "Sarebbe incomprensibile una crisi di governo. L'appello ai 5Stelle è di continuare insieme il percorso, non dimenticando le ragioni per cui è nato un governo di unità nazionale". "Se il M5S rompesse con il governo sarebbe difficile fare finta di niente" incalza la capogruppo Pd alla camera Debora Serracchiani.
E Silvio Berlusconi dà voce ai tanti che invece pensano proprio a un Draghi bis che succeda a se stesso. "Mario Draghi sarà l'ultimo presidente del Consiglio di questa legislatura, ma si può andare avanti anche senza i Cinque Stelle" ha detto il leader azzurro. Per il Cavaliere "però non è possibile che un governo vada avanti se ogni giorno una delle maggiori forze politiche che dovrebbero sostenerlo si dissocia fino a non votare provvedimenti essenziali. Per questo ho chiesto un chiarimento che non è più differibile. Se i Cinque Stelle sono ancora nel perimetro della maggioranza si comportino di conseguenza. Se non lo sono più, lo dicano chiaramente".