AGI - "Serve un nuovo patto sociale per contrastare l'inflazione" che aggrava le diseguaglianze. Mario Draghi rilancia sulla necessità di un accordo con sindacati e imprese per combattere le conseguenze della guerra in Ucraina e far fronte alle incertezze del futuro.
Il premier dopo aver incontrato Cgil, Cisl e Uil, si presenta in conferenza stampa con i ministri Giorgetti e Orlando e avverte sui rischi che corre il Paese: "L'economia italiana - premette - continua a crescere, ma le previsioni sono piene di rischi, a cominciare dal costo della vita. La nostra economia sta andando meglio delle attese, ma sarei esitante a dire lo stesso per i prossimi mesi".
L'obiettivo principale e' difendere pensioni e salari. Quello dell'ex numero uno della Bce è un vero e proprio manifesto programmatico: "È necessario mettere in campo misure strutturali per incrementare i salari netti, bisogna "ridurre il carico fiscale a partire dai redditi più bassi".
"Prenderemo - sottolinea - misure per tutelare il potere d'acquisto e delle imprese. Bisogna evitare che si inneschi una spirale di aumento prezzi-salari. È stata approvata in Europa la direttiva sul salario minimo, il governo intende muoversi in questa direzione".
Ed ancora: "È inaccettabile i contratti collettivi scaduti da anni", afferma il premier annunciando che il confronto con i sindacati continuera' e che tra due settimane ci sara' un intervento corposo dell'esecutivo sulle bollette, sul caro benzina e sugli aiuti alle famiglie e alle imprese. La premessa è che "il governo ha già fatto molto per famiglie e imprese con interventi da 33 miliardi. Pensiamo di fare le cose che intendiamo fare senza uno scostamento di bilancio. Vogliamo intervenire in maniera decisa all'interno degli spazi della finanza pubblica".
E a Conte che continua a chiedere risposte in tempi brevi il premier risponde: nel documento che ha consegnato a palazzo Chigi ci sono "molti punti di convergenza con l'agenda di governo". Il ragionamento del presidente del Consiglio è lineare: "Se il governo riesce a lavorare continua, se non riesce a lavorare non continua. Se si verificasse una situazione per cui il governo non riesce a lavorare, sento che a settembre qualcuno minaccia sfracelli, a quel punto il governo perde il suo senso di esistere".
Su quello che potrà accadere in vista del voto di giovedì al Senato sul dl Aiuti, con i Cinquestelle (domani ci sarà un Consiglio nazionale e in serata una riunione convocata dall'ex premier con i senatori) che minacciano di smarcarsi ("O dentro o fuori", l'aut aut di Di Maio), Draghi non si scompone: "Io ho già detto che per me non c'è un governo senza M5S né c'è un governo Draghi".
Né si sbilancia sull'eventualità che l'esecutivo in mancanza di un appoggio pentastellato venga rinviato alle Camere per verificare se c'è la fiducia dei partiti che hanno sottoscritto il patto di unità nazionale: "Bisogna chiedere a Mattarella".
Draghi glissa anche su uno scenario di elezioni in autunno: "Sono parte in causa...", premette. Il presidente del Consiglio si rivolge ai partiti che sono in fibrillazione nella maggioranza: "Il governo con gli ultimatum non lavora, a quel punto perde il suo senso di esistere", ribadisce, "se si ha la sensazione che è una sofferenza straordinaria stare in questo governo, che si ha fatica, bisogna essere chiari".
Alla domanda dei giornalisti se si riferisse alla posizione della Lega, Draghi ha risposto di aver fatto un "esempio, poi ci metta il nome che vuole sull'esempio". Il premier invia altri messaggi alle forze politiche: "Noi non abbiamo mai usato l'evasione fiscale come possibilità di entrata". E uno all'Europa: "Continuiamo a porre il problema in Consiglio Europeo di avere una capacità fiscale comune".
Il Capo dell'esecutivo oggi, tra l'altro, ha incontrato anche il segretario dem Letta che ha poi convocato una riunione per domani alla quale parteciperanno sia i deputati che i senatori. Le forze politiche, e Draghi in primis, si preparano al voto di giovedì in Senato.