AGI - Ancora non sono state definite le modalità nei dettagli. Ma la riunione con i deputati è servita a Matteo Salvini per preparare e motivare i 'suoi' alla battaglia della prossima settimana.
La Lega "farà tutto il possibile" per bloccare le proposte di legge su ius scholae e depenalizzazione della coltivazione domestica della cannabis, qualora arrivassero alla discussione dell'Aula, ha affermato il capogruppo a Montecitorio Riccardo Molinari, confermando la decisione di procedere con l'ostruzionismo parlamentare.
"La Lega si metterà giustamente di traverso con tutti i mezzi possibili", ha assicurato anche il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Il quale, dal suo ruolo, ha tenuto a precisare che su ius scholae e cannabis "il governo non c'entra niente, ma sono iniziative di partito su cui siamo legittimamente e fermamente contari". "Bisogna distinguere dove sta l'iniziativa e la responsabilità", ha aggiunto.
"Non mi sembra che nella Lega ci sia agitazione, c'è discussione, che è il sale della politica. C'è una bella discussione", ha poi sostenuto Giorgetti, rispondendo a una domanda sulle diverse sensibilità all'interno del partito in merito all'opportunità di continuare a sostenere l'esecutivo di Mario Draghi. Ma il governo andrà avanti anche se il Movimento 5 stelle toglierà il suo appoggio?
"Questo dovete chiederlo A) a Draghi B) al Parlamento se ci sono i numeri per andare avanti", ha replicato, cristallino, il ministro. "Per quanto riguarda la Lega non è che ci interessi molto cosa farà il M5s. Può darsi che loro escano esattamente per dei buoni motivi per cui noi restiamo. E viceversa. Ma i problemi sono nei 5 stelle, non nella Lega".
Durante la riunione, viene riferito, Giorgetti ha sottolineato come non ci siano divisioni ma "complementarità" tra lui e Salvini. La situazione non è facile, avrebbe riconosciuto, bisogna essere prudenti ma anche determinati e determinanti. Le scelte del governo devono essere prese avendo come bussola l'interesse del Paese, non inseguendo i 'capricci' di Giuseppe Conte, è stato il ragionamento del vice segretario leghista.
Le preoccupazioni espresse un po' da tutti gli intervenuti - oltre Salvini, Giorgetti e Molinari, anche Nicola Molteni, Edoardo Rixi, e Alessandro Morelli - riguardano il possibile spostamento a sinistra dell'asse del governo, dopo la scissione in casa M5s. "Per tenere la sinistra unita, devono trovare delle bandiere", è l'accusa fatta agli alleati che spingono per l'esame dei due pdl su ius scholae e cannabis.
Il governo deve 'battezzare' - è il ragionamento di alcuni dirigenti leghisti - poche cose da fare, condivise e preparate bene. Altrimenti "può scivolare", in un clima che diventa sempre più accesso, da campagna elettorale. Questa maggioranza non si può permettere di discutere provvedimenti come quelli su ius scholae e cannabis, senza pensare che non si scateni l'inferno, si prosegue. Oltretutto, è evidente che non possiamo più abdicare i nostri temi - si continua -: l' autonomia deve arrivare in Consiglio dei ministri a breve.
Sul fronte interno, sembrano ricomposte le fibrillazioni dei giorni scorsi, anche se restano sensibilità diverse sul governo all'interno del partito. Sul territorio, infine, si lavora a una ricomposizione della frattura bergamasca, emersa nei giorni scorsi, quando cinque sindaci della valle Imagna hanno firmato una dura lettera indirizzata alla segreteria federale e al commissario lombardo Fabrizio Cecchetti per chiedere di recuperare il rapporto con i militanti e le sezioni, celebrare i congressi cittadini, e smetterla con le decisioni "calate dall'alto". Cecchetti e il segretario provinciale Christian Invernizzi hanno in programma una riunione con i sindaci bergamaschi lunedì sera.