AGI - Il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibile Enrico Giovannini ha svolto in Consiglio dei ministri una relazione sulla situazione delle Autostrade A24/25 dove è stato preso atto della risoluzione del rapporto di concessione con la Società Strada dei Parchi e ha approvato un decreto-legge che disciplina la gestione delle due autostrade da parte di Anas.
La revoca fa seguito alla mancata definizione del Piano economico finanziario e alla contestazione di gravi inadempimenti mossa al concessionario da parte del Governo. Lo si apprende dal comunicato finale del Consiglio dei Ministri.
La replica
Strada dei Parchi Sp.A comunica di apprendere "via stampa, senza alcuna comunicazione preventiva", che con "un'inaudita e immotivata decisione, tesa a umiliare e penalizzare un gruppo imprenditoriale il cui solo torto è di aver investito in Italia credendo nell'apprezzamento delle istituzioni", il Governo ha ritenuto di revocare "la concessione delle Autostrade A24-A25".
Un titolo di cui SdP "era divenuta titolare nel 2002 vincendo la gara europea che lo Stato fece dopo aver preso atto di due successivi default delle societa' dell'Anas che gestivano i due tratti autostradali".
Secondo la società "si tratta di una scelta ritorsiva del tutto ingiustificata, sia per ragioni di procedura che di merito". Di fronte alla formalizzazione di un atto che definisce "un sopruso", SdP ha deciso di "difendere in tutte le sedi il proprio buon nome e gli interessi legittimi che rappresenta, che sono quelli di un gruppo italiano che garantisce lavoro a 1700 dipendenti e produce ricchezza pari all'8% del pil della regione Abruzzo".
Strada dei Parchi, nella sua comunicazione sulla revoca della concessione da parte del Cdm, sottolinea: "C'e' una ragione dirimente, che obtorto collo siamo costretti ad evocare, per respingere l'art. 35. Tale articolo e la legge che lo contiene furono scritti subito dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova, vicenda drammatica che ha responsabilita' ben specifiche ma ha scatenato nel Paese una generalizzata riprovazione morale nei confronti di tutti i titolari di concessioni pubbliche, autostradali e non".
Poi aggiunge: "Peccato che nel caso di Genova, a torto o a ragione, l'art. 35 non sia stato usato, nonostante le reiterate minacce di farlo a fronte dell'indignazione dell'opinione pubblica scossa dalle conseguenze tragiche dell'accaduto. Mentre lo si pretende di applicare a SdP, soltanto in base all'asserito presupposto, immaginato dal Ministero senza alcun elemento probante, che prima o poi possa accadere un qualche incidente".