AGI - Mentre i riflettori sono puntati sull'imminente chiarimento tra Mario Draghi e Giuseppe Conte, previsto per lunedì, il segretario del Pd Enrico Letta intensifica gli appelli per il campo largo. L'assist glielo ha fornito il segretario della Cgil Maurizio Landini, che ha raccolto in un'iniziativa romana leader ed esponenti di tutte le forze di centrosinistra, da Azione fino a Rifondazione comunista. Diverse, se non opposte, le ricette offerte dai presenti per contrastare la perdita del potere d'acquisto dei lavoratori e il ritorno dell'inflazione, anche se le parole del leader dem erano rivolte principalmente al presidente del M5s, seduto al suo fianco.
Prudentemente, Letta non è andato nello specifico di temi divisivi o delicati, come ad esempio il reddito di cittadinanza (sui quali invece Conte ha tenuto alta la pressione) ma ha evocato il campo largo su una questione attuale e di impatto come quella dello ius scholae.
"Un centrosinistra - ha detto - che vuol essere unito se discute delle cose, che vuol vincere le prossime elezioni. Se vogliamo essere minoritari non andiamo da nessuna parte. Siamo davanti - ha proseguito - a uno degli autunni più faticosi degli ultimi anni. Andiamo incontro a un rischio recessione e di crescita del conflitto sociale.
Per quello che ci riguarda - ha detto ancora Letta - chiediamo al governo e al resto della maggioranza di fare una riflessione straordinaria sulla necessità di una svolta sociale e di un'agenda sociale, altrimenti, con l'avvicinarsi delle elezioni politiche, ci saranno conseguenze che il nostro paese non riuscirà a gestire e l'impatto politico durerà per i prossimi cinque anni".
Nel suo secondo intervento, l'appello sulla legge sulla cittadinanza: "Se tutti noi siamo uniti, seri e determinati - ha dichiarato - riusciamo a recuperare una grandissima ferita in Italia: approvare lo ius scholae in questa fase finale della legislatura è un fatto di civiltà alla nostra portata".
Qualche parola supplementare, Letta l'ha spesa sulla legge elettorale, avallando sostanzialmente le richieste di Conte sul passaggio al proporzionale: "Bisogna dare al cittadino - ha detto - il potere di scegliere i parlamentari. Veniamo da 20 anni in cui sono i partiti e non i cittadini che scelgono i parlamentari".
Da parte sua, Conte ha rivendicato ancora una volta il reddito di cittadinanza, parlando di una "legge complessiva che va migliorata tutti insieme" ma che non deve essere messa in discussione e ha alzato l'asticella sul salario minimo, affermando che la base non puo' essere inferiore a nove euro l'ora, insistendo poi sulla necessità di provvedimenti più incisivi da parte del governo a contrasto del precariato".
Ai cronisti che gli hanno chiesto, al termine della tavola rotonda, se il rapporto col premier si sia guastato irrimediabilmente dopo le indiscrezioni sulle telefonate di quest'ultimo con Beppe Grillo, Conte ha glissato replicando: "Ne parliamo lunedì".