AGI - Nessuna uscita dal governo, nessuna crisi è il bicchiere mezzo pieno. Una maggioranza in tensione e il leader del M5s che chiede chiarimenti al premier è il bicchiere mezzo vuoto.
Mentre a Madrid l'Occidente si riunisce in un vertice Nato storico che ha dato l'ok all'ingresso di Finlandia e Svezia nell'Alleanza dopo l'invasione dell'Ucraina, Mario Draghi deve rientrare a Roma per spegnere i fuochi che in un'estate già caldissima rischiano di far divampare il suo esecutivo.
Fonti di palazzo Chigi invitano a non drammatizzare e ribadiscono che la decisione di Draghi di rientrare anticipatamente a Roma è legata alla convocazione del Consiglio dei ministri che si terrà in giornata, convocato per esaminare un provvedimento urgente contro i rincari delle bollette e assestamento di bilancio.
Quanto alle divisioni sui provvedimenti in discussione alle Camere, si tratta di dinamiche parlamentari su cui al momento l'esecutivo non vuole intervenire.
E la stessa decisione di lasciare un giorno prima il vertice Nato non incide sulla presenza italiana al summit, aggiungono le stesse fonti, secondo cui la giornata clou era ieri e oggi l'Italia sarà rappresntatata dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini.
Ma il concatenarsi delle notizie ieri ha fatto fibrillare i palazzi romani. Prima l'irritazione di Giuseppe Conte, poi la smentita di Mario Draghi, infine il colloquio tra il leader M5s e il Presidente della Repubblica e la decisione del premier di rientrare in anticipo a Roma.
"Ci sono molte provocazioni" fa notare il ministro M5s Stefano Patuanelli, che assicura: "Non c'è una volontà del Movimento di uscrire dal governo ma c'è una spinta al Movimento ad uscire".
"Non posso pensare che il presidente del Consiglio abbia la volontà di far uscire una forza della sua maggioranza e quindi non penso sia così. Ma un governo non si può reggere sulle scissioni, è la nuova forza nata che sta creando fibrillazioni nel governo, non il M5s".
E l'ipotesi di un appoggio esterno? "Non si è mai posto il tema in tutte le riunioni che abbiamo fatto". Oggi in agenda c'è dunque la riunione del Consiglio dei ministri ma anche un abboccamento forse telefonico tra il premier e il leader M5s in vista di un colloquio vis à vis per chiarire definitivamente le incomprensioni delle ore passate.
Ma le tensioni nella maggioranza si allargano anche al fronte parlamentare, con Matteo Salvini che attacca su ius scholae e liberalizzazione della cannabis: "Bloccare il Parlamento per votare Ius scholae e droga libera è contro gli interessi del Paese. Siamo stati fin qui molto responsabili: dalla guerra alla pandemia alla riforma fiscale, pur facendo valere le nostre posizioni. La dialettica è il sale della democrazia. Non possiamo però accettare una forzatura che rischia di danneggiare l'Italia e gli italiani", dice il leader della Lega che ieri ha convocato una riunione dei suoi parlamentari.
"Sui diritti noi non intendiamo arretrare di un millimetro" chiarisce pero' Francesco Boccia dalla segreteria del Pd.