AGI - Tre e ore e mezza di colloquio con Giuseppe Conte, e una lunga riunione coi parlamentari. È stata densa di contenuti la prima giornata della "missione" romana di Beppe Grillo, che arriva forse nel momento più drammatico della storia del M5s, dopo il doppio colpo rappresentato dalla performance negativa alle Comunali e dalla scissione di Luigi Di Maio.
E la gran parte del tempo a disposizione il Garante pentastellato e i suoi interlocutori l'hanno impiegata per tentare di venire a capo della spinosissima questione del vincolo del doppio mandato. I termini della questione sono noti, con da una parte alcuni degli eletti e lo stesso Conte possibilisti su una piccola deroga o una rimodulazione della regola, e dall'altra Grillo che si sarebbe dimostrato refrattario ad abdicare all'ultima bandiera identitaria del Movimento.
Non a caso, secondo quello che è trapelato dalla prima riunione coi parlamentari (ve ne saranno altre) il fondatore del M5s avrebbe affermato che la regola dei due mandati è un "nostro principio fondante" e di non voler "sentire parlare di cambiare".
Il caso Cancelleri
Il problema è, a questo punto, trovare una soluzione per la questione delle primarie di coalizione del "Campo Largo" in Sicilia, visto che il tempo stringe e che il profilo più forte che il Movimento potrebbe mettere in campo è il sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri, che però al momento sarebbe bloccato dal vincolo.
In attesa di un possibile punto di caduta, Grillo ha voluto motivare i suoi eletti, chiedendo "più entusiasmo" e di "crederci fino in fondo" perché non ha intenzione di abbandonare nessuno. E il Garante ha voluto rassicurare anche quella parte di parlamentari che sono preoccupati per una possibile uscita dalla maggioranza di M5s, affermando di voler mantenere l'impegno preso con Draghi" e non voler "dal governo per un termovalorizzatore".
Proprio mentre Grillo teneva banco alla Camera, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio dava appuntamento ai cronisti a pochi metri dalla riunione dei pentastellati, portando un altro affondo a Giuseppe Conte e tornando sulle ragioni della scissione e della fondazione di Insieme per il futuro.
Sulla questione del doppio mandato, su cui era stato chiamato in causa dall'ex-premier in modo allusivo, il ministro è stato tranchant: "Questo dibattito sui due mandati - ha detto - è un dibattito di cui agli italiani non interessa nulla", per poi aggiungere che "ci sono forze politiche che negli ultimi mesi hanno deciso di picconare il governo un giorno si' e un giorno no. Quando si fa questo, quello che avviene è che queste forze politiche pagano alle elezioni. Perdono voti le forze politiche che causano instabilità".