AGI - Il gruppo ‘Insieme per il futuro' non ha nemmeno un giorno ma le polemiche con il M5s abbondano. Il primo scontro gira intorno alle ‘poltrone’. Non poteva essere altrimenti per esponenti politici cresciuti in un partito, anzi in un ‘non partito’ come lo chiamavano i primi attivisti, che ha fatto della lotta alla casta il suo marchio di fabbrica.
Dopo l’addio di Di Maio e di una sessantina di parlamentari al M5s, i pentastellati hanno accusato il ministro degli Esteri e i suoi fedelissimi di volersi candidare per un terzo mandato (che, almeno attualmente, non sarebbe possibile nel Movimento).
Ma i ‘dimaiani’ hanno risposto a tono, conti alla mano. Sui 62 parlamentari che hanno aderito a ‘Insieme per il futuro’ 40 sono al primo mandato. Di questi, 30 alla Camera e 10 al Senato. Solo 20 sono al secondo mandato, tra cui lo stesso Di Maio. Per il resto, dopo le accuse del ministro degli Esteri alla gestione del Movimento targata Conte, diversi pentastellati non hanno rinunciato alla stoccata, tra cui il vicepresidente del M5s Riccardo Ricciardi: "Il discorso di Di Maio? Esilarante e pieno di contraddizioni" ha detto. "Capisco che uno possa cambiare idea ma davvero c’è un limite a quello che uno può dire" ha insistito.
Ma siamo soltanto all’inizio. Si attendono le contromosse di Giuseppe Conte e, soprattutto, del ‘garante’ Beppe Grillo. Il comico genovese era atteso oggi nella Capitale ma, a quanto pare, non avrebbe in programma di raggiungere Roma nemmeno la prossima settimana. Grillo sarebbe piuttosto amareggiato.
Fino a pochi giorni fa predicava al presidente Conte: “inclusione”, ora deve fronteggiare la scissione di quello che lui stesso incoronò a suo modo: “Maledetto, sei tu il leader”, disse a Di Maio quando quest’ultimo era capo politico del M5s. Sembra che sia già passata un’era geologica.