AGI - "Macché nuovo partito", fonti di primo livello sorridono all'idea: "Finalmente Luigi Di Maio ha parlato per restituire al Movimento lo spirito dell'inizio. Il M5s è lui". Alla Camera il gruppo è in subbuglio dopo l'intervista del vicepresidente Mario Turco: i "personalsimi" non sono nel nostro "Dna", osservano e c'è chi nota: "possibile che Conte non parli con nessuno di noi?".
Intanto, in 'chiaro' tutti lo negano, ma nel M5s, dopo le amministrative, è caos. Voci insistenti parlano di defezioni. E anche 'Rousseau' di Casaleggio, con cui è stata rottura, non le manda a dire. È il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a rompere un silenzio, durato, secondo molti, anche troppo, benché è unanime il coro delle fonti che spiegano: "Sta facendo anche troppo", vista la guerra in Ucraina e comunque, lui c'è "sempre".
Di Maio non si nasconde dietro un dito dopo le comunali: "È normale che l'elettorato sia disorientato, non abbiamo mai brillato alle elezioni amministrative ma non siamo neanche andati mai così male" ha detto parlando con i cronisti davanti alla Camera. "Non si può risolvere l'analisi del voto facendo risalire i problemi all'elezione del presidente della Repubblica", ha aggiunto.
"Credo che il M5s debba fare un grande sforzo di democrazia interna. Non veniamo da una storia che si è distinta per democrazia interna ma proprio per questo anche rispetto a un nuovo corso servirebbero più' inclusività, più dibattito interno, anche includere di più persone esterne al M5s. Non si può sempre dare la colpa agli altri, bisogna anche prendersi le proprie responsabilità".
Il presidente del M5s, che ha incassato il via libera del Tribunale di Napoli, che ha rigettato il ricorso presentato da alcuni attivisti contro la sua leadership, replica: "Di Maio vuole uscire dal M5S per fare un nuovo partito? Non mi fate mettere nella testa altrui, questo ce lo dirà lui in queste ore", dice Giuseppe Conte, che attacca: "Quando è stato leader Di Maio, c'era un solo organo politico: il Capo politico. Che faccia lezioni adesso a questa comunità di democrazia interna fa sorridere".
Poi l'affondo: "Siamo alla vigilia di un appuntamento importante nella storia del Movimento, che abbraccia le ragioni fondative. La votazione sul doppio mandato. Era un preventivabile motivo di fibrillazione, visto che riguarda le sorti personali di tantissime persone". In realtà, notano fonti accreditate, la tentazione di Conte sarebbe quella di passare all'opposizione.