AGI - È la vigilia della visita a Kiev del presidente del Consiglio, Mario Draghi, in compagnia del cancelliere tedesco Scholz e del presidente francese Macron. Sul tavolo, le forniture di gas e l'indipendenza energetica dalla Russia, lo sblocco dei corridoi del grano, la richiesta dell'Ucraina di far parte della Ue.
Il formato a tre non è trattativa dell'ultim'ora: da settimane le diplomazie italiane, francesi e tedesche stanno lavorando per organizzare l'appuntamento. La permanenza a Kiev sarà di poche ore, circa sei, secondo fonti di stampa tedesca. Ma tutto, allo stato, resta top secret. Un dato, comunque, è certo: l'Europa vuole mostrarsi unita per la pace.
Nei suoi colloqui a Gerusalemme, nel frattempo, il premier avrebbe fatto trapelare il suo pessimismo per l'atteggiamento di Putin, ma l'Italia non desiste. Gli incontri con il presidente israeliano Herzog, con il ministro degli Esteri Lapid e con il primo ministro Bennett sono stati utili perché Israele ha un rapporto privilegiato con Mosca e si inseriscono in un 'tour de force' che porterà Draghi ad inizio luglio anche ad Ankara, altra tappa cruciale.
"Continuiamo a lavorare per i negoziati", ha sottolineato Draghi che, secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, punta anche a 'sminare' il campo interno rispetto alla risoluzione che il Parlamento è chiamato a votare il 21 giugno in vista del Consiglio Ue, sulla quale M5s e Lega puntano per ribadire il loro no all'invio di armi in Ucraina.
Mao