AGI - Tutto in un giorno. Dalle 7 del mattino alle 11 di sera. È l'election day per i cinque referendum sulla giustizia proposti da Lega e Radicali e per il rinnovo di quasi mille amministrazioni comunali. Gli italiani chiamati alle urne per le amministrative sono più di 8,8 milioni.
I dati dell'affluenza alle urne
Affluenza in calo nella tornata odierna di elezioni amministrative: alle ore 12, nei poco piu' di 800 Comuni a statuto ordinario, piu' la Sardegna, ha votato il 17,6% degli aventi diritto, facendo segnare un calo di poco piu' di un punto e mezzo rispetto al dato di 5 anni fa nei medesimi Comuni (19,3%).
Partecipazione molto ridotta anche per la consultazione referendaria, che interessa tutto il territorio nazionale. L'affluenza alle 12 per i 5 quesiti dedicati al tema della giustizia dovrebbe attestarsi intorno al 6,7%, con differenze minime tra i diversi quesiti - che si spiegano, è sempre YouTrend ad osservarlo, con la scelta di alcuni elettori di rifiutare il ritiro di certe schede, per scarsa comprensione del quesito o per contribuire al mancato raggiungimento del quorum.
Con questo dato (6,7%), secondo una proiezione di YouTrend, l'obiettivo del raggiungimento del quorum risulterebbe mancato, con un dato finale che potrebbe essere non solo molto lontano dal 50% + 1 degli aventi diritto necessari per validare la consultazione, ma anche inferiore al 30% stimato da alcune rilevazioni demoscopiche nelle scorse settimane.
Per i nuovi sindaci e i nuovi consiglieri comunali si vota in 978 Comuni. Di questi, quattro sono capoluoghi di Regione (Genova, Palermo, Catanzaro e L'Aquila) e 22 capoluoghi di provincia (Alessandria, Asti, Barletta, Belluno, Como, Cuneo, Frosinone, Gorizia, La Spezia, Lodi, Lucca, Messina, Monza, Oristano, Padova, Parma, Piacenza, Pistoia, Rieti, Taranto, Verona, Viterbo). Il 26 giugno sono in programma i ballottaggi nei Comuni con oltre 15mila abitanti, laddove nessun candidato sindaco sarà riuscito a superare la soglia del 50% piu' uno delle preferenze.
Il caos a Palermo
Sono circa 40 su 600 i seggi che a Palermo non hanno ancora aperto per le defezioni all'ultimo minuto di presidenti e scrutatori. Lo apprende l'AGI da fonti della Prefettura. "Stiamo lavorando alacremente", ha riferito la fonte in merito ai tempi per uno svolgimento normale delle elezioni amministrative e del voto referendario nel capoluogo siciliano in tutti i seggi.
I presidenti di seggio che a Palermo non si sono presentati per la costituzione regolare dell'ufficio sono stati intanto denunciati all'autorità giudiziaria. Lo apprende l'AGI da fonti del Comune di Palermo. Le persone in questione, precisa la fonte, potevano non presentarsi al seggio solo per "gravi motivi".
"A seguito della nomina da parte del Comune di Palermo degli ultimi 13 presidenti delle sezioni elettorali mancanti, sono regolarmente insediate tutte le 600 sezioni elettorali previste in città senza che sia stato necessario procedere ad alcun accorpamento tra di esse". Lo riferiscve il Comune di Palermo citando una nota della Perefettura.
La Lega si appella al Capo dello Stato e al ministro dell'Interno: "Situazione grave e inaccettabile, democrazia a rischio, è necessario allungare l'orario del voto". Lo sottolineano fonti del partito di Matteo Salvini.
Musumeci al Viminale, a Palermo si voti pure lunedì
"Ho chiesto al ministro dell'Interno di valutare l'opportunita' di autorizzare il prolungamento dell'apertura dei seggi elettorali, nella sola città di Palermo, fino alle ore 14 di domani, lunedi' 13 giugno. Una misura straordinaria a seguito dell'altrettanto straordinaria situazione che si e' venuta a creare in citta' per la mancata costituzione di decine di sezioni elettorali". Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.
"È un provvedimento che avrei adottato autonomamente, se non si votasse anche per i referendum. Al tempo stesso, ho manifestato apprezzamento al ministro Lamorgese per la disponibilita' all'accorpamento delle sezioni elettorali non costituite con quelle già operanti" ha aggiunto.
I referendum
Per i referendum potranno esprimersi 51,5 milioni di elettori. Perché siano validi, stabilisce l'articolo 75 della Costituzione, dovrà recarsi alle urne il 50% più uno degli aventi diritto. Cinque le schede, cinque colori: rosso (per il quesito per l'abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi), arancione (sulla limitazione delle misure cautelari), giallo (sulla separazione delle funzioni dei magistrati), grigio (sulla partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari) e verde (per l'abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Csm).
Dalle 23 di domenica - dopo aver completato le operazioni di voto e di riscontro dei votanti per ogni consultazione - si procederà allo scrutinio delle schede dei referendum. Le operazioni di scrutinio per le elezioni amministrative sono invece rimandate alle 14 di lunedì dando precedenza a quelle per le elezioni comunali e successivamente a quelle per le eventuali elezioni circoscrizionali.
Nei seggi, infine, sarà raccomandato l'uso della mascherina, ma non obbligatorio. Chi è positivo e in isolamento a casa, per votare dovrà rivolgersi al sindaco del proprio Comune, coloro che invece sono ricoverati possono votare nelle sezioni ospedaliere o nei seggi speciali. Per votare è necessario presentarsi al seggio con il certificato elettorale e con un documento di identità valido.