AGI - "A partire dalla seconda metà di aprile, le narrative diffuse dalla propaganda russa hanno registrato critiche all'operato del Presidente del Consiglio Mario Draghi ritenuto responsabile - con la linea d'azione adottata dal suo Governo - dell'aumento dei prezzi dei generi alimentari ed energetici, della chiusura di numerose aziende, nonché di avere colpito il popolo italiano con misure sanitarie inutili e di trascinare il Paese in guerra".
Lo si legge nel documento, realizzato a cura del Dis, declassificato oggi da riservato a non classificato, sulla disinformazione nel conflitto russo-ucraino.
"In tale ottica - prosegue il documento del Dis - si evidenzia la contrapposizione, enfatizzata in chiave divisiva da taluni account social, tra la scelta della Germania di non rinunciare al gas russo, tuelenando così il popolo tedesco, e quella del premier Draghi, descritto come allineato alle decisioni americane e disinteressato alle sorti del suo popolo".
"Sono state inoltre registrate narrative - si legge ancora nel documento del Dis - relative all'introduzione di ingenti incentivi russi per l'apertura di nuove imprese commerciali ed industriali, operanti ad esempio nel settore metalmeccanico, in contrapposizione a quanto accade invece in Italia, dove i ventilati tagli energetici approvati dal Governo Draghi determinerebbero una pesante penalizzazione del sistema industriale del Paese. Ci sono post dove si ritiene che lo stesso premier non tuteli gli interessi dell'Italia e abbia un'impostazione dittatoriale. Anche la morte di Mattei viene strumentalizzata e interpretata in chiave anti governativa e anti Nato. Il premier Draghi viene descritto come 'troppo amico degli americani', mentre la Nato viene accusata di aver colluso con il fine di eliminare l'imprenditore Enrico Mattei. È altresì emerso un costante flusso di immagini di repertorio che ritraggono Draghi mentre indossa una spilla da giacca con l'emblema della Nato, ancora una volta strumentalizzate per giustificare una presunta aspirazione personale del premier a diventare Segretario generale della Nato, per la quale porrebbe a rischio la sicurezza della sua stessa nazione".
Supporto russo a campagna elettorale Le Pen in Francia
Nel documento sulla disinformazione nel conflitto russo-ucraino, realizzato a cura del Dis, viene, inoltre, registrato "il supporto russo alla campagna elettorale di Marine Le Pen per le presidenziali in Francia, continuando, nel contempo, a stigmatizzare gli effetti delle sanzioni, propagandando, in un'ottica diribaltamento, notizie sulle pesanti conseguenze che esse avrebbero sui membri della Ue".
Gabrielli, staff Draghi a conoscenza bollettino
"Il report era a conoscenza dello staff, i quattro bollettini non avevano mai evidenziato particolari significative emergenze che sono state da me rappresentate specificamente al presidente del Consiglio. È stato trasmesso al Copasir, protocollato il 3 di giugno e il Copasir lo ha ricevuto il 6". Lo ha detto il sottosegretario di Stato con delega alla Sicurezza, Franco Gabrielli, nel corso di una conferenza stampa, rispondendo a una domanda sulla conoscenza, da parte del premier, del bollettino sulla disinformazione.
Giornalisti e parlamentari monitorati dall'intelligence? "No, senza se e senza ma. Non ci sono nè giornalisti e men che meno politici, L'ho detto anche in occasione del viaggio di Salvini in Russia. Ciò non ricade nell'attività oggetto dei nostri servizi. Ecco perché mi ha dato particolarmente fastidio che si insinuasse il sospetto che un parlamentare, Vito Petrocelli, fosse oggetto di monitoraggio. Bisogna essere chiari o rischiamo di farci male". Ha aggiunto il sottosegretario Franco Gabrielli.
La fuga di notizie sul bollettino sulla disinformazione è "una cosa gravissima". Il bollettino sulla disinformazione "non è caduto dal cielo", è arrivato ai cronisti "da una mano solerte. Chi mi conosce sa che nulla resterà impunito".
"Non esiste nessun Grande Fratello o Spectre in Italia, non si investiga sulle opinioni - ha sottolineato Gabrielli - il nominativo dell'ex presidente della commissione Esteri del Senato, Vito Petrocelli, "non compare in nessun tipo di investigazione, come non compaiono i nominativi contenuti in questo bollettino. Un conto è riportare dichiarazioni, un conto svolgere una investigazione".