AGI - Giancarlo Giorgetti usa il palco del Festival dell'Economia di Trento per dire molto chiaramente cosa ritiene che serva al Paese per fermare la "tempesta perfetta" scatenata dalle conseguenze economiche di pandemia e conflitto in Ucraina.
Salvare il potere d'acquisto
In primo luogo, ad avviso del ministro leghista, è prioritario dare 'sollievo' alla popolazione, restituendo un po' di potere di acquisto ai cittadini colpiti dall'inflazione galoppante. "Il tema del taglio del cuneo fiscale forse in linea teorica non è mai riuscito a passare ma oggi potrebbe tornare di attualità", propone.
Ma, per farlo, avverte, servono risorse. E le risorse si recuperano in due modi, in genere: aumentando le tasse o tagliando le spese.
Razionalizzare i bonus
Dove tagliare, quindi? La risposta del titolare dello Sviluppo economico è chiara: serve una razionalizzazione di tutti quei bonus che sono stati introdotti in tempi di pandemia ma che ora non hanno alcun senso economico.
E poi occorre un 'tagliando' al reddito di cittadinanza, diventato ormai, nella consapevolezza di "tutti", un "disincentivo al lavoro". Dopo due offerte di lavoro rifiutate, si potrebbe togliere il reddito, propone. Mentre non chiude alle ipotesi di introduzione del salario minimo. "Non deve essere un tabù", dice, "ma bisogna stare attenti a come si fa.
I rischi della prossima finanziaria
Dopo la parte iniziale, sui temi economici, il vice segretario leghista non si sottrae agli inviti della giornalista, che gli chiede di usare le sue doti "previsionali" per dipingere lo scenario politico dei prossimi mesi. E il ministro è un fiume in piena. In primo luogo, avverte dei rischi enormi che il governo si trova davanti alla prossima sessione di bilancio che, a suo avviso, a un meno di un anno dalle elezioni, avrà certamente un "percorso accidentato".
"O c'è un senso di responsabilità collettiva, oppure, se inizia la campagna elettorale, come già è iniziata, il Paese è esposto a rischi enormi", scandisce Giorgetti. Riguardo alle lacerazioni che il conflitto in Ucraina ha prodotto nella politica italiana, il leghista poi è pessimista.
La guerra in Ucraina
"Inevitabilmente il conflitto produrrà una frattura per la politica italiana", sostiene, indicando lo scoglio insidioso delle comunicazioni di Mario Draghi alle Camere. "Cosa faranno Lega e M5s bisogna chiederlo a Salvini e Conte. Penso che sia un passaggio rischioso - prevede -. Io non credo che Draghi persegua la guerra e non la pace, ma che abbia l'obiettivo della pace, costringendo Putin a miti consigli. Non so cosa proporrà Draghi con le sue comunicazioni. Se il Parlamento non dirà le stesse cose del governo è chiaro che bisognerà trarne le conseguenze".
Legge elettorale
Infine, Giorgetti si spinge a fare previsioni anche sulla riforma della legge elettorale. "Da che mondo è mondo la legge elettorale non si cambia per l'interesse del Paese ma per l'interesse dei partiti. Se c'è una maggioranza in Parlamento per cambiare la legge elettorale in una legge che conviene, lo fa. Poi, di solito viene punita dagli elettori, ma questo è un altro discorso. In questo momento, a tanti partiti in Parlamento converrebbe una legge proporzionale mentre altri no, quelli che fanno parte di un centrodestra un po' litigiosetto", premette. Ma "vedo in salita le probabilità di legge proporzionale", sostiene.