AGI - "Un Consiglio europeo lungo ma abbastanza soddisfacente" dove l'Italia è stata "accontentata sullo studio della fattibilità del tetto al prezzo del gas" e dove è stato raggiunto l'accordo sull'embargo di petrolio "che rappresenta un successo enorme" che "non penalizza in alcun modo l'Italia".
È il resoconto che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha tracciato della due giorni di vertice straordinario dei capi di Stato e di Governo a Bruxelles.
"La Commissione prenderà del tempo per studiare il modo migliore per attuare il tetto al prezzo del gas e dovrà anche valutare in tutta obiettività se questa cosa è fattibile, se non provoca danni peggiori del beneficio che ha. Insomma l'atteggiamento della Commissione finora è stato abbastanza favorevole su questa ipotesi", ha spiegato Draghi.
"Devo dire che il Governo italiano già lavora da tempo su questo fronte. Ma il problema è anche più ampio perché non è solo il prezzo del gas ma tutto il funzionamento del mercato elettrico che la Commissione pensa di analizzare di nuovo", ha aggiunto. Ora la sfida urgente è però "vincere la guerra sulla sicurezza alimentare" per "evitare la catastrofe umanitaria" ma anche perche' altrimenti "i Paesi africani si sentirebbero traditi e non verranno mai dalla parte dell'Occidente".
Intanto continua la pressione sull'economia russa con le sanzioni che "avranno il loro massimo impatto a partire dall'estate". Draghi insiste comunque sulla necessità di trovare una soluzione per fare uscire il grano bloccato in Ucraina.
"Il modo più veloce per farlo è usando le navi e quindi sbloccando i porti che vanno sminati". E il premier ha dato anche la disponibilità "di un contributo da parte della Marina italiana per farlo".
Servirà comunque confrontarsi con il presidente russo, Vladimir Putin, che vuole la garanzia che "quelle navi trasporti grano e non armi" e con gli ucraini che invece vogliono "la granzia che la Russia non li attacchi una volta aperti i porti".
Sul fronte economico, l'ex presidente della Bce plaude all'accordo sull'embargo "che a dirlo solo qualche giorno fa sarebbe sembrato poco credibile" e condivide le esenzioni per i Paesi in difficoltà perché non hanno sbocco sul mare.
Nel suo intervento, ieri, aveva insistito sulla necessità di "evitare squilibri tra gli Stati Ue" e pare sia stato accontentato anche su questo fronte dato che "l'Italia non sarà penalizzata in alcun modo".
Ora bisogna attendere l'estate, periodo che rappresenterà l'avvio del "massimo impatto delle sanzioni" sull'economia russa.
L'Italia ne esce bene, secondo Draghi, anche nella delicata partita del pagamento del gas russo.
"L'Eni è stata molto trasparente, rispetto anche ad altre aziende europee che avevano aperto conti in rubli da tempo", ha spiegato.
E il meccanismo sembra funzionare senza violazione delle sanzioni Ue perché "per l'Italia il pagamento viene considerato effettuato con il bonifico in euro, la conversione in rubli viene fatta da un agente Gazprom senza il coinvolgimento della Banca centrale russa" che è soggetta a sanzioni, ha sottolineato Draghi.
Gela invece il leader della Lega e il suo eventuale viaggio a Mosca per incontri ad alti livelli: "Non voglio entrare nei rapporti che queste persone di Governo possono avere ma l'importante e' che siano trasparenti".
"L'Italia si muove allineata con Ue, G7 e Alleanza Atlantica. Non ci facciamo spostare da questa linea", ha chiarito.
Restando in politica interna, Draghi per fronteggiare l'inflazione e il rischio di spirale sui salari invita sindacati, governo e imprese a "lavorare insieme" e assicura che l'esecutivo "farà tutto il necessario per sostenere le famiglie e le imprese vulnerabili".
Se questo Consiglio è stato lungo, è probabile che il prossimo - quello ordinario in calendario per il 23 e il 24 giugno - lo sarà ancora di più. Perché al tavolo dei leader ci sarà la spinosa questione del riconoscimento all'Ucraina dello status di Paese candidato all'Ue. Draghi in questo è stato laconico: "Sostengo l'Ucraina perché diventi un membro dell'Unione europea. L'ho fatto fin dall'inizio e quale sia il modo migliore di farlo. Lo status di candidato trova l'obiezione di quasi tutti i grandi Stati dell'Unione europea, se non tutti. Escluso l'Italia". Quindi sarà necessario trovare un'altra soluzione.