AGI - Tra le file parlamentari del Partito Democratico la sofferenza è palpabile. I continui strappi del Movimento 5 Stelle, dicono i dem, sembrano tutti elettorali e, se così fosse, sono destinati ad accompagnare la legislatura fino alla sua fine naturale. L'ultimo 'casus belli' è arrivato oggi, con la sconfitta dei Cinque Stelle nella partita per la presidenza della Commissione Esteri del Senato.
"Si è formata una nuova maggioranza che spazia da FdI fino a Iv", è stato il commento a caldo di Giuseppe Conte, subito dopo la riunione di un consiglio nazionale del M5s convocato d'urgenza. Il presidente del M5s non si limita a questo, ma chiama in causa Draghi: "Il premier era stato avvertito ieri del fatto che si stava lavorando in modo surrettizio a violare i patti. Spetta a lui prenderne tenere in piedi questa maggioranza".
Alla domanda dell'AGI, tuttavia, dal Nazareno si sottolinea che "non si ravvedono responsabilità del presidente Draghi" in questa vicenda, di natura prettamente parlamentare. E il segretario del Pd interviene per gettare acqua sul fuoco: "Il centrodestra di governo ha commesso un errore", spiega: "Ha aggiunto tensioni in una giornata in cui la compattezza della maggioranza è scesa di un gradino".
Di qui l'avvertimento di Letta a tutta la maggioranza: "Se si accumulano gli incidenti si finisce fuoristrada e poi è difficile rimettere la macchina in carreggiata". Al di la' dell'errore che Letta attribuisce al centrodestra, tuttavia, fra i parlamentari dem e' diffusa la convinzione che sia stato il M5s a giocare male le proprie carte. L'epilogo, dicono i dem raggiunti dall'AGI, era largamente prevedibile. Le operazioni del M5s prima del voto, viene spiegato, lasciavano intravedere all'orizzonte il sorpasso da parte del centrodestra. Le cose sono apparse chiare ieri sera, durante e immediatamente dopo una riunione tra i capigruppo di maggioranza. Il centrodestra in quella sede ha rivendicato la presidenza della Commissione in modo esplicito.
Dai Cinque Stelle si attendeva un passo che potesse disinnescare la trappola: la candidatura di Simona Nocerino, senatrice dal profilo più spiccatamente governista. Si è deciso invece d'insistere su Ettore Licheri, "fornendo un pretesto ai partiti del centrodestra", viene sottolineato da fonti dem.
Il dubbio del Pd è che nei Cinque Stelle si sia giocata una partita tutta interna, quella che va avanti da tempo e che vede opposti "dimaiani" contro "contiani". Secondo lo schema descritto da fonti parlamentari del Pd, Conte avrebbe cercato la prova di forza con il proprio candidato, Licheri, per sbarrare la strada alla candidata vicina al ministro degli Esteri, Nocerino.
Conte, quindi, non avrebbe accettato la proposta di mediazione andando avanti con il braccio di ferro. Senza accorgersi che dall'altro lato del tavolo le forze erano soverchianti. Al di là dei presunti errori di Conte, tuttavia, c'è la constatazione fra i dem della "forzatura arrivata, in maniera scorretta, dal centrodestra" visto che "è chiaro a tutti che la commissione dovesse andare al M5s", sottolineano ancora dal Pd.
Il Movimento 5 Stelle assieme al Pd e a Leu, totalizza 8 voti in Commissione: non c'era dunque speranza che la partita potesse essere vinta. E anche se c'è chi indica in Giuseppe Cucca il nome che ha fatto pendere la bilancia dalla parte di Stefania Craxi, i parlamentari dem non si sentono di gettare la croce sul senatore d'Italia Viva: "È da ieri che si sapeva che avrebbero votato contro", si ribadisce. Per questo desta sospetti la reazione dei Cinque Stelle che accusano il resto della maggioranza di volerli mettere ai margini: "Che si tratti di un modo per passare da vittime, di una narrazione studiata a tavolino?". La speranza dei dem è che si tratti di una strategia destinata a durare fino alle prossime amministrative e non fino alle politiche del 2023.