Il testa a testa che da settimane vede Partito Democratico e Fratelli d’Italia contendersi la palma di primo partito italiano (almeno nelle intenzioni di voto) continua: nella Supermedia di oggi, è il partito di Giorgia Meloni a primeggiare, con il 21,5% (+0,3 nelle ultime due settimane) contro il 21,3% del PD.
Ai lettori più attenti, non sarà sfuggita un’insolita anomalia: tutte le liste raffigurate nel nostro grafico risultano cioè in crescita (sia pure, nella maggior parte dei casi, molto lieve) rispetto a quindici giorni or sono. Si tratta, in verità, di un “riaggiustamento” statistico, dovuto al fatto che nel paniere di istituti demoscopici sulle cui rilevazioni è calcolata la Supermedia odierna, non vi è alcun dato riguardante le liste minori di centrodestra (Coraggio Italia, Noi con l’Italia, etc).
Normalmente, messi insieme, queste liste valgono circa il 2-2,5% dei consensi, e non figurano nelle nostre tabelle perché singolarmente “pesano” troppo poco – e anche perché vengono sondati solo da pochi istituti. In loro assenza, quindi, il nostro algoritmo “redistribuisce” quei consensi a tutti gli altri partiti, sia pure in maniera non uniforme (come vedremo tra poco).
Se si considera anche Italia Viva (+0,4%) la componente liberale-centrista che sostiene il Governo Draghi risulta quella più in crescita, al 7,4%. Ma siamo ormai a maggio, e ci avviciniamo a una scadenza elettorale importante: tra un mese esatto si terrà infatti l’election day previsto per il 12 giugno, in cui si voterà sia per il primo turno di elezioni amministrative in oltre 750 comuni (tra cui ben 26 capoluoghi di provincia) sia per i quesiti referendari relativi alla giustizia, gli unici ad essere stati ammessi dalla Corte costituzionale lo scorso febbraio.
Come sempre, quando si tratta di referendum abrogativi, l’incognita maggiore è costituita dal raggiungimento del quorum: per essere validi, infatti, su questi referendum dovranno esprimersi il 50% + 1 degli aventi diritto al voto. Un obiettivo che, stando a una ricerca SWG, appare ben lungi dall’essere raggiunto.
#referendumgiustizia : affluenza - dati SWG per @TgLa7 pic.twitter.com/NrwQV3eMFv
— SWG (@swg_research) May 9, 2022
Secondo una recente rilevazione dell’istituto demoscopico triestino, infatti, la percentuale di elettori italiani intenzionata a recarsi a votare per questi referendum oscilla in media poco al di sopra del 30%. Un dato decisamente basso, ma che non sorprende più di tanto se si considera che a questi referendum non si è fatto praticamente mai cenno in questi mesi, nemmeno da parte della principale forza politica promotrice che ha raccolto le firme, ossia la Lega di Matteo Salvini. Eppure, sarebbero proprio quelli della Lega gli elettori maggiormente propensi a recarsi alle urne per i referendum: il 43%, secondo SWG, decisamente più che tra gli elettori di FDI e M5S (38%) e ancor più che tra quelli del PD (33%).
⚖️ #Referendum - Gli elettori di #Lega e #FdI approvano solo tre quesiti; i #Dem che andranno a votare sono favorevoli alla separazione delle carriere pic.twitter.com/9i0UHgl1BQ
— SWG (@swg_research) May 10, 2022
Ad ogni modo, se anche si raggiungesse il quorum, sono solo 3 su 5 i quesiti su cui si registrerebbe una maggioranza di “Sì” (favorevoli alle modifiche proposte dai quesiti referendari) rispetto ai “No”: si tratta dei referendum sulla separazione delle carriere dei magistrati (47% di favorevoli contro il 22% di contrari – il 31% è indeciso), quello sulla valutazione degli errori giudiziari (39% contro 25%) e quello sulla riforma del sistema di elezione del CSM (35% vs 29%). Gli altri due, relativi alla limitazione della custodia cautelare e all’abolizione della legge Severino, farebbero registrare – soprattutto il secondo – una netta maggioranza di contrari.
Interessante, in questo senso, è il dato “spacchettato” per gli elettorati dei 4 principali partiti, fornito da SWG: se tra gli elettori di Lega e FDI si replica la tendenza generale (tre quesiti su cinque approvati), tra quelli del PD sarebbe approvato solo quello sulla separazione delle carriere, mentre gli elettori del M5S sarebbero in maggioranza contrari a tutti e 5 i quesiti. Al netto di come andrà la campagna referendaria (se mai ne partirà davvero una degna di questo nome) è quindi interessante notare come si tratti, ancora una volta, di un tema su cui si registra una polarizzazione tra le principali forze politiche del nostro Paese: centrodestra da un lato, giallo-rossi dall’altro.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto. La ponderazione odierna, che include sondaggi realizzati dal 28 aprile all'11 maggio, è stata effettuata il giorno 12 maggio sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti Euromedia (data di pubblicazione: 1° maggio), Ipsos (1° maggio), Piepoli (3 maggio), SWG (2 e 9 maggio) e Tecnè (30 aprile e 7 maggio). La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.