AGI - "La Calabria vanta un credito straordinario nei confronti del governo nazionale. Quello che mi auguro è che si voglia finalmente risarcirla".
Roberto Occhiuto, esponente di Forza Italia e presidente della Regione Calabria dallo scorso ottobre, è determinato.
Ha prima incontrato i vertici nazionali del sindacato con i quali ha definito i cinque punti chiave che possono innescare lo sviluppo calabrese, poi ha messo a punto l'agenda con i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, infine ha incassato il consenso unanime del Consiglio regionale sulla piattaforma da portare all'attenzione del governo nazionale che comprende il completamento della strada statale 106, l'alta velocità ferroviaria, il porto di Gioia Tauro e le Zes, le assunzioni nella sanità e la sburocratizzazione degli investimenti nelle energie alternative.
Sul sostegno delle principali centrali sindacali il governatore conta molto. Conversando con l'AGI, rivela anche di sperare in un incontro a breve con il premier Mario Draghi, sebbene, tiene a precisare, i rapporti con i ministeri siano costanti e quotidiani.
La Calabria intende chiedere la giusta attenzione, consapevole di poter accampare i suoi diritti, ma anche di doversi mettere in carreggiata, per esempio nella spesa dei fondi per la sanità.
Dal '70 in poi, ogni governo succedutosi alla guida della Regione ha tentato un'interlocuzione con l'autorità centrale portando a casa magri risultati.
Perché questa volta la "vertenza Calabria" dovrebbe essere presa seriamente in considerazione?
Non è la prima volta che questo succede alla mia Giunta regionale perché, nel corso di questi mesi, il contatto col Governo è stato costante e in molte occasioni anche proficuo. Per la prima volta, ora, il confronto avviene insieme con le organizzazioni sindacali, regionali e nazionali. È la dimostrazione del fatto che il governo regionale ha perfetta contezza della circostanza che i grandi obiettivi, quelli più ambiziosi, si ottengono col contributo di tutti gli attori sociali, delle organizzazioni sindacali, delle organizzazioni datoriali e sono molto soddisfatto della sensibilità che hanno avuto i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil e anche della disponibilità offerta da Landini, Bombardieri e Sbarra.
Ho detto in più di un'occasione che tra i tanti problemi della nostra regione - che però ha anche tantissime opportunità - ho riscontrato un punto di forza nella qualità della rappresentanza sindacale. Non ho difficoltà a riconoscere che la rappresentanza sindacale non insegue vecchi modelli di conservazione corporativi ma ha una capacità di analisi dei problemi e sa guardare la prospettiva della regione.
Ci sarà, dunque, un incontro a breve con il governo? Il presidente assicura che i contatti con Roma sono costanti.
Settimanalmente ho incontri con i ministri, vorrei incontrare Draghi nelle prossime settimane, ma il senso della vertenza Calabria che abbiamo aperto insieme alle organizzazioni sindacali nazionali è quello di dimostrare al governo che non solo la politica regionale, ma tutta la società calabrese chiede un supplemento d'attenzione sulle infrastrutture e quindi sulla statale 106. Ci aspettiamo che nell'allegato infrastrutture al Def quest'opera sia qualificata come strategica per l'intero Mezzogiorno e per l'Italia e che le siano destinate risorse ulteriori. Ho chiesto almeno altri tre miliardi di finanziamento. Ci aspettiamo anche che quest'opera si finanzi con una norma nella prossima legge di bilancio, così come è stato fatto per l'alta velocità.
Chiediamo insieme a tutta la società calabrese un supplemento d'attenzione rispetto alle zone Zes della Calabria e in particolar modo a quella di Gioia Tauro. Ciò che sta succedendo nel mondo a causa di questa tragica e folle guerra determina un profondo cambiamento nei percorsi logistici, di trasporto delle merci, e assegna al porto di Gioia Tauro un ruolo ancora più importante di quello che ha avuto finora. La Calabria può quindi essere la porta dell'Europa sul Mediterraneo.
Oggi il Mediterraneo, che sempre è stato dimenticato dai governi nazionali, diventa la parte del mondo a cui il nostro Paese deve guardare con più interesse. E la Calabria può svolgere una funzione importante in questa direzione. Chiediamo un supplemento d'attenzione anche sulla sanità, perché 12 anni di gestione commissariale, dovuta agli errori che la politica, di centrodestra e di centrosinistra, ha compiuto prima del commissariamento, hanno distrutto la sanità calabrese.
C'è bisogno che il Governo ci sia vicino e ci dia il sostegno necessario. La Calabria ha maturato un credito straordinario nei confronti dei governi nazionali e noi ci auguriamo che questo governo sappia, voglia cominciare a risarcire la Calabria.
Noi sappiamo di avere sul nostro territorio infrastrutture strategiche come il porto di Gioia Tauro; sappiamo di avere occasioni importanti come le Zes, sappiamo che la Calabria è una miniera per la produzione di energie rinnovabili.
A questo proposito, spiega Occhiuto, la Regione chiede al governo di accelerare le procedure per il rigassificatore nell'area di Gioia Tauro "che consentirebbe attraverso la piastra del freddo, anche di creare un enorme, importantissimo distretto dell'agroalimentare. Quindi chiediamo al governo non assistenzialismo o soltanto risorse. Chiediamo di farci realizzare, nei tempi e nei modi giusti, ciò che i governi passati hanno impedito che in Calabria si facesse.
Mi pare che ci sia un buon clima, perché c'è un governo regionale che sta dimostrando determinazione, c'è un Consiglio regionale che all'unanimità ha chiesto al governo, senza differenze politiche, di interessarsi al tema nella 106 e c'è una convergenza anche da parte della società, quella che vive fuori dai palazzi della politica, ma che rappresenta insieme alle istituzioni gli interessi dei cittadini".
Sul rigassificatore, nei giorni scorsi, i sindaci interessati, in particolare quello di San Ferdinando direttamente interessato all'impianto, hanno espresso perplessità dovute al fatto di non essere stati coinvolti nel progetto.
Ho appena chiesto ai miei uffici di invitare ad una riunione, per la prossima settimana, i sindaci dall'area di Gioia Tauro e la Città Metropolitana per discutere del termovalorizzatore. Quella sarà l'occasione anche per discutere del rigassificatore che è un'occasione importantissima perchè ci consentirebbe di produrre un terzo del gas che attualmente l'Italia importa dalla Russia e di avere una piattaforma del freddo utile per conservare la meta' dei prodotti surgelati consumati in Europa, quindi e' l'occasione anche per sviluppare l'area retroportuale. Credo che non ci sia stato mai un governo regionale che abbia investito tanto impegno e tanto tempo sull'area di Gioia Tauro. Questo perché secondo me è la parte della regione che puo' trainare lo sviluppo dell'intera Calabria.
Occhiuto rassicura anche gli imprenditori sulla capacità di mettere a frutto le risorse disponibili. Il presidente dell'Unione regionale degli industriali, Aldo Ferrara, nei giorni scorsi, ha ricordato, parlando con l'AGI, che ci sono 10 miliardi di euro, tra Por e Pnrr, da spendere per la Calabria, chiedendosi se la regione sia capace di utilizzarli.
Il presidente dell'Unione degli industriali dice una cosa giustissima; più volte ne abbiamo discusso con lui e, insieme a lui, in qualche occasione, con il presidente di Confindustria, Bonomi. La Calabria, ma soprattutto i comuni della Calabria e del Mezzogiorno, non hanno la capacità amministrativa per progettare gli interventi del Pnrr. Io ho detto più volte che il nostro paese è arrivato in ritardo all'appuntamento con il Pnrr.
È come se, grazie all'Europa, avessimo riempito interi vagoni di risorse senza fare prima i binari. Ho chiesto più volte al governo di darci la possibilità, attraverso la Cassa Depositi e Prestiti o l'Agenzia della coesione, di aiutare i comuni. Qualche mese fa il governo regionale ha proposto al Consiglio, che l'ha approvata, una riforma di Fincalabra (la finanziaria regionale, ndr), per farla diventare una tecnostruttura che, assumendo ingegneri e architetti e acquisendo progettazione anche dall'esterno, possa aiutare i comuni a progettare gli interventi e a realizzarli. Purtroppo sono tutte attività che stiamo facendo in corsa, ma il rischio c'è; il nostro compito, però è quello di cercare soluzioni per minimizzare il rischio, per fare in modo che queste risorse vengano spese, ma soprattutto che le opere riferite a queste risorse vengano realizzate.
L'alta velocità è fra i punti della vertenza insieme con la 106, le Zes, il porto di Gioia Tauro e la sanità. Nei mesi scorsi Occhiuto ha manifestato timori sull'esistenza di finanziamenti necessari. Il presidente chiederà ulteriori chiarimenti al governo?
L'ho già fatto nei mesi passati. Appena insediato ho studiato la pratica e ho scritto a Draghi evidenziando che l'alta velocità ferroviaria è finanziata per 1 miliardo 800 milioni dal Pnrr, per altri 9 miliardi dal fondo complementare. Ne mancano 10 o 12. Ho chiesto che ci possa essere certezza su questa opera strategica. Devo dire che il ministro Giovannini e il governo nel suo complesso mi hanno assicurato in ordine al fatto che l'alta velocità è un'opera strategica, quindi le risorse ci saranno.
Resta, comunque, aperta la madre di tutte le battaglie: la sanità. Occhiuto, presidente della Regione e commissario, da tempo si è rimboccato le maniche.
Noi dovremo fare nel prossimo anno una grande battaglia per ottenere una sorta di perequazione. In questi anni il commissariamento ha determinato una condizione in cui nelle altre Regioni si investiva sui sistemi sanitari attraverso residui di assistenza sanitaria, attraverso assunzioni. Da noi tutto è stato fermo, bloccato, e nei prossimi anni dovremo chiedere al governo di rivedere la quota capitale di finanziamento del fondo sanitario regionale, integrandolo delle risorse occorrenti per recuperare il tempo perduto e anche valutando l'indice di deprivazione. In regioni come la nostra, dove ci sono delle condizioni strutturali di povertà, il servizio sanitario deve tenere conto del fatto che il fabbisogno di salute è tendenzialmente superiore. È una battaglia che dovremo fare.
Prima di tutto, però, dovremo dimostrare di saper spendere le risorse che già ci sono. Io ho programmato decine e decine di milioni di euroche erano giacenti nelle stanze del dipartimento della Salute della Regione che nessuno aveva programmato negli ultimi anni. Ho trovato nei bilanci delle aziende sanitarie, e questo ci viene contestato anche dai ministeri vigilanti, delle somme accantonate e non spese. Quindi, evidentemente, al netto dell'incremento del fondo sanitario regionale che pure dovremo avere, oggi dobbiamo dimostrare di saper spendere le risorse che negli ultimi anni le gestioni commissariali non hanno speso. C'è un evidente problema di deficit gestionale perché se nei bilanci delle aziende sanitarie sono accantonate risorse e poi i servizi non vengono erogati è segno che qualcosa non funziona.