AGI - L'intervista del ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, apre un caso politico e una netta faglia fra i partiti, anche all'interno della stessa maggioranza. Contro l'intervista di scaglia il centrosinistra, con in testa il Partito democratico. Ma tacciono i Cinque Stelle e, soprattutto, il centrodestra dal quale, anzi, si leva la voce di chi considera l'intervista al ministro russo "un formidabile colpo" giornalistico.
"Alcune dichiarazioni di politici e media italiani sono andate oltre le buone norme diplomatiche e giornalistiche", è l'affondo che il titolare degli Affari esteri russo ha portato in diretta su Rete 4. Ma non solo. Lavrov accusa l'Occidente di rubare i soldi russi per mezzo delle sanzioni e ribadisce che d'ora in avanti il gas proveniente da Mosca andrà pagato in rubli. A corollario di tutto questo, risponde a una domanda sulle origini ebraiche di Zelensky - connessa alla "denazificazione dell'Ucraina" di cui parla spesso Vladimir Putin - con queste parole: "Zelensky è ebreo? Lo era anche Hitler".
Ce n'è più che a sufficienza perché i partiti sostenitori della linea dura contro Putin prendano posizione. Il segretario del Partito Democratico evoca un "abisso" nel quale si troverebbe ormai la stampa italiana ridotta ad augurare "Buon lavoro al ministro Lavrov". Ma, aggiunge, Letta, "quel che è più grave è che la vicenda dello spot da propaganda di guerra anti Ucraina stia passando, con solo pochi scossoni".
Un riferimento e un richiamo a quelle forze politiche rimaste, fino a questo momento, silenti: "Siamo così pochi a pensare che non sia possibile, né accettabile? E che sia un'onta per l'Italia intera?", si chiede Letta.
"Da Lavrov, un inaccettabile monologo negazionista della Shoah e dell'immane sofferenza del popolo ebraico", denuncia Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera: "L'uso del peggior repertorio antisemita da parte del ministro russo non può non destare allarme né essere minimizzato, il tutto su Rete 4 e senza alcun contraddittorio. Pessima pagina".
Per Simona Malpezzi, presidente dei senatori Pd, "sono state pronunciate parole gravi frutto della peggiore disinformazione. Si tratta di un fatto che ci riguarda tutti: il ruolo dei programmi Tv è quello d'informare e non di fare pericolosa propaganda". Il deputato dem, Filippo Sensi, chiede che l'ambasciatore russo sia subito convocato alla Farnesina, mentre il responsabile Sicurezza del Pd, Enrico Borghi, chiede che siano gli editori di Mediaset e La7 (quest'ultima protagonista di un caso simile) a spiegare le loro scelte davanti all'opinione pubblica: "Dopo l'uno-due Lavrov-Solovyev, gli editori di Mediaset Italia e La7 tv hanno il dovere di spiegare al Paese e alla sua opinione pubblica perché si sono prestati a questa operazione di propaganda russa, perno della 'guerra ibrida', che nulla ha a che vedere con l'informazione", sottolinea Borghi.
Nel frattempo si muove il Copasir: "Abbiamo già previsto una specifica istruttoria anche con le audizioni dei vertici di Agcom e Rai. L'intervento di Lavrov, per le modalità in cui è avvenuto e per la montagna di fake news che ha propinato, conferma le nostre preoccupazioni", scrive sul suo profilo Twitter il senatore Adolfo Urso, presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
Insorge anche Italia Viva: "Quanto andato in onda ieri sera su Rete 4 è uno spettacolo offensivo per una democrazia come la nostra. La rete ha fatto da cassa di risonanza alla propaganda russa, lasciando che Lavrov parlasse indisturbato, negando i crimini che sta compiendo senza che ci fosse alcun contraddittorio", dice Laura Garavini, vicepresidente della commissione Esteri e vicecapogruppo vicaria Italia Viva-Psi al Senato: "Mentre l'Italia e tutta l'Europa si impegnano per contrastare la disinformazione di Putin, Rete4 elude questo blocco e ospita chi sta bombardando una popolazione e minacciando il mondo intero, come se fosse una persona qualsiasi. E' inammissibile", aggiunge Garavini.
"A Lavrov è stato aperto un microfono e lui ha fatto il suo mestiere, quello di portavoce di una guerra criminale", rimarca il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova: "Ha fatto affermazioni vergognose come quelle sulla negazione dei massacri di Bucha, ha fatto un accostamento vergognoso tra Hitler e Zelensky e se quella fosse stata una intervista avrebbe dovuto essere interrotto".
Al contrario, per Forza Italia si è trattato di un "colpo" giornalistico: "Complimenti all'informazione Mediaset per essere riuscita a intervistare un protagonista diretto degli enormi fatti di questi mesi terribili. Un colpo straordinario", dice il deputato azzurro Andrea Ruggieri: "Ascoltare il delirio di Lavrov - prosegue Ruggieri - è utilissimo per milioni di spettatori italiani, capaci oggi più di ieri d'intuire a che livello lunare sia la propaganda russa e che pericolo rappresenti per tutti noi. Qui non si parla di mandare in onda le cavolate di un signor nessuno come un professoruccio in cerca di visibilità, ma di fotografare pezzi di storia, grandi notizie, utili a far capire anche agli scettici anti occidentali i tempi che corrono e il relativo clima politico. Complimenti a Mediaset", conclude l'esponente di Forza Italia.