AGI - Evitare una nuova recessione, la terza in dieci anni: è il mantra ripetuto ormai quotidianamente da Enrico Letta impegnato sul fronte interno, con le misure che il Partito Democratico porterà sul tavolo del governo per fare fronte al caro energia, ma anche su quello estero con il dossier dell'allargamento della famiglia europea. Due binari che hanno come minimo comune denominatore la crisi bellica in Ucraina. La novità diplomatica rappresentata dalla missione di Antonio Guterres a Mosca, oggi, e a Kiev domani rappresenta per il Pd "un segnale di pace da cogliere".
Il segretario Pd sottolinea che "l'Europa oggi è unita e deve sostenere l'intervento e la mediazione delle Nazioni Unite. La visita di Guterres oggi a Mosca e domani a Kiev è per noi un messaggio di speranza e siamo perchè quel messaggio di pace venga colto". Rimane la condanna senza se e senza ma all'aggressione russa contro il popolo ucraino, ma l'attenzione è a non provocare una escalation potenzialmente globale.
Per questa ragione, intervistato da una tv albanese, Letta ha rilanciato il progetto della Confederazione Europea: uno strumento per allargare immediatamente la famiglia europea a quei paesi, come Ucraina e Albania, che sono in attesa di vedere avviato il percorso di adesione. Un percorso che, tuttavia, è lungo e che rischia di protrarsi fino al 2036. Troppo per mettere al sicuro quei Paesi che si sentono oggi minacciati da Mosca e a cui l'Europa ha promesso di aprire le porte.
La Conferenza europea permetterebbe a questi Paesi di sentirsi parte integrante del perimetro attraverso un meccanismo non solo simbolico: ai Consigli Europei a 27 seguirebbero immediatamente le riunioni della Conferenza, allargata ad altri dieci Paesi.
Nel frattempo, però, c'è da dare aiuto anche alle famiglie e alle imprese italiane che rischiano di ritrovarsi in ginocchio in breve tempo a causa degli effetti economici del conflitto. "Bisogna assolutamente evitare una recessione che altrimenti ci sarà e sarà pesantissima. Come? Bisogna intervenire sul prezzo dell'energia, intervenire e bloccarlo a livello europeo. Se non ci si riesce, dobbiamo farlo almeno a livello nazionale, come Spagna e Portogallo hanno fatto", spiega Letta.
Il price cap all'energia, europeo o nazionale, fa parte di un pacchetto di proposte che il segretario dem mette sul tavolo del governo. Assieme a questo, infatti, c'è "un assegno energia a famiglie e imprese, agevolazioni per il trasporto pubblico locale per tutti i cittadini" e la riduzione "dei contributi sui salari, cioè alzare i salari. Ne stiamo parlando con il governo, i fondi ci sono", assicura Letta.
"Ci sono sei miliardi di euro che i miglioramenti dei conti pubblici hanno dato, ci sono gli extra profitti che le imprese petrolifere e dell'energia hanno ottenuto, dobbiamo intervenire lì, è possibile. E poi, se ci sarà bisogno, si farà uno scostamento di bilancio".
In prospettiva, poi, perchè l'Italia non debba mai più ritrovarsi a scegliere fra "la pace e il condizionatore", per usare l'immagine del presidente del Consiglio, Letta e il Pd chiedono che si spinga sempre di più sulle energie rinnovabili: "Bisogna andare più lontano e più forti, soprattutto sulla sostenibilità e nell'autorizzare il maggior numero possibile di impianti di energia rinnovabile. Questa oggi è secondo noi la priorità".