AGI - Si profila un tour de force in commissione Giustizia per licenziare la riforma del Csm prima di Pasqua, in tempo per l'approdo in Aula alla Camera martedì 19. E Matteo Renzi boccia ufficialmente il testo Cartabia, annunciando il no di Italia viva.
Dopo lo stop imposto dal voto di fiducia sul decreto Energia, la commissione torna a riunirsi in serata, ma all'ultimo momento salta la seduta fiume in notturna, inizialmente prevista e poi sconvocata dall'Uficio di presidenza, anche su richeista dei relatori. Il punto è che, spiegano diversi componenti della commissione, gli emendamenti del governo, riformulati sulla base dell'intesa raggiunta sabato tra ministra Cartabia e maggioranza, sarebbero arrivati in queste ore e quindi sono ancora in fase di valutazione da parte dei relatori.
Ma lo stop alla seduta notturna sarebbe legato anche a un "nodo politico", spiegano ancora le stesse fonti. Ovvero, mancherebbero alcuni testi inizialmente previsti, come ad esempio la norma transitoria relativa alla nuova disciplina sui fuori ruolo (che determina la platea di magistrati a cui si applicheranno le nuove disposizioni sulle cosiddette 'porte girevoli').
Secondo altri deputati della commissione, i nuovi 'nodi' emersi riguarderebbero anche altri articoli della delega. Fatto sta che la commissione Giustizia sarà costretta a un tour de force fino a giovedì - se non venerdì mattina - per licenziare la riforma del Csm prima di Pasqua e ripettare il calendario stabilito.
Dunque, stasera la commissione proseguirà con le votazioni fino a mezzanotte, per poi riprendere l'esame domani pomeriggio, dopo le votazioni sul decreto Energia e puntare a chiudere entro giovedì con il mandato al relatore. Questa la tabella di marcia, che però potrebbe essere nuovamente rivoluzionata qualora i nodi emersi in serata non dovessero essere sciolti in tempi brevi.
Sono ancora da votare circa 150 emendamenti (una quarantina quelli del governo) e le insidie non sono del tutto scongiurate. Infatti, nonostante le forze di maggioranza, come da accordi con il governo, abbiano ritirato gli emendamenti divisivi e non concordati, resta al momento l'intenzione della Lega comunque di votare a favore degli emendamenti delle opposizioni che riguardano i temi oggetto dei quesiti referendari (come ad esempio la separazione delle funzioni).
Ai voti dei leghisti potrebbero aggiungersi quelli di Italia viva, che non solo non ha ritirato i suoi emendamenti, ma lo stesso leader Matteo Renzi ha annunciato che il suo partito non voterà la riforma del Csm. "E' un pannicello caldo", è l'affondo dell'ex premier. "Siamo gli unici che non voteranno a favore. Lega e Pd, grillini e Forza Italia hanno trovato un compromesso con la riforma Cartabia", che però, spiega Renzi, "non risolve il vero problema dello strapotere delle correnti e del fatto che chi sbaglia non paga mai". Insomma, per il leader Iv "le correnti continueranno a fare il bello e il cattivo tempo nel Consiglio Superiore della Magistratura. Peccato, una occasione persa". La ministra Elena Bonetti garantisce tuttavia che Italia viva "non farà cadere il governo".
Se è vero che alla Camera i voti dei renziani non spostano gli equilibri numerici (sempre che il centrodestra di governo compatto, e Forza Italia in particolare, voti con la maggioranza e non in maniera differente), non è altrettanto al Senato. Dove, tra l'altro, sia Iv che Lega hanno preannunciato le 'mani libere' alla stessa ministra. Contro Renzi si scaglia il suo ex ministro del Mise, leader di Azione, Carlo Calenda: "Matteo questa posizione è sbagliata e anche paradossale visto che a prenderla è Cosimo Ferri, una persona di qualità, ma non propriamente estranea alle correnti del Csm e al sistema Palamara. Fate le persone serie. Tutta la magistratura sta cercando di affossare la riforma".
E il vice segretario Enrico Costa aggiunge: "Chi, in maggioranza, si tira indietro fa il gioco delle correnti, che sperano che la riforma vada in frantumi". Replica Italia viva che, con Catello Vitiello, si rivolge direttamente a Calenda: "Noi siamo persone serie. Anche se non votiamo una riforma che tu voti insieme a leghisti e grillini. Noi siamo persone serie. Anche se non la pensiamo come te, Conte o Salvini. Impara a rispettare gli altri". Intanto Forza Italia (che domani sarà ricevuta insieme alla Lega dal premier Draghi sul nodo fisco) torna a chiedere al governo di non blindare il testo: "Né sulla giustizia né sul fisco noi riteniamo si debba mettere la fiducia, senza prima aver trovato un accordo fra tutti i partiti della maggioranza. Sono convinto che un accordo si possa trovare, raggiungendo l'obiettivo di approvare la riforma del catasto e della giustizia, senza imporre nuove tasse ai cittadini e limitando la presenza continua delle correnti nella magistratura", dice Antonio Tajani.