AGI - "Mi aspettavo che Macron, Le Pen e Melenchon andassero ben oltre il 20 per cento dei voti". Lo dice Sandro Gozi, commentando con l'AGI il primo turno delle elezioni presidenziali francesi. Per l'eurodeputato di Renew Europe e segretario generale del Partito democratico europeo, il risultato di Macron va oltre le aspettative: "Ha conquistato quattro punti in più del 2017, un dato estremamente positivo. I francesi hanno detto sì al superamento di destra e sinistra e alla proposta politica di Macron".
Ma la partita è aperta, riconosce Gozi, secondo cui "la campagna elettorale comincia adesso". In effetti il vantaggio del presidente su Marine Le Pen è soltanto di tre punti. In vista del ballottaggio tra due settimane, Macron dovrà cercare di conquistare voti, soprattutto tra gli elettori che hanno scelto la sinistra - Melenchon, con il 20%, ha sfiorato l'impresa. "Lo farà - ne è sicuro Gozi - puntando su tre priorità: innanzitutto l'Europa, cioè il fatto che con Macron c'è una Francia europea, aperta, in contrapposizione con quella della Le Pen. Poi il clima, su cui Macron deve essere più chiaro su quello che ha realizzato e su ciò che intende fare. Infine, le misure per aiutare i più poveri".
Proprio le politiche sociali sono state al centro della campagna elettorale di Melenchon. "Anche su questo terreno le proposte di Macron ci sono - aggiunge Gozi - ma finora sono rimaste un po' coperte". L'eurodeputato riconosce la crescita della Le Pen, poi spiega: "Ha nascosto il suo estremismo, ma è un bluff. Zemmour le ha fatto da parafulmine facendola apparire moderata, anche se lei non lo è".
In un libro del 2016, Gozi aveva scommesso sulla sfida di Emmanuel Macron prevedendone il successo. Ora spiega: "Un Macron italiano? Ancora non lo vedo, lo spazio al centro è frammentato. L'insegnamento di Macron è che bisogna pensare a vincere e non a strappare qualche voto agli altri magari per arrivare al 3%".
L'eurodeputato aggiunge: "Nel 2013 Macron si è ispirato a Matteo Renzi, lo ha sempre guardato come un modello politico di rottura dei vecchi schemi". A ogni modo, conclude Gozi, "anche in Italia non è tardi per cambiare".