AGI - La Sicilia e i dilemmi del centrosinistra. Archiviata la pratica del sindaco di Palermo, con la designazione a candidato dell'architetto Francesco Miceli, il nodo più delicato resta proprio l'indicazione dell'aspirante governatore. Si voterà a novembre e la sensazione è che la questione sarà affrontata con più determinazione dopo le Comunali di giugno.
Resta decisivo l'asse Pd-M5s, che sarà collaudato dalle amministrative, ma sui candidati c'è molta incertezza, con diversi papabili. Tra i dem, infatti, il più quotato appare Beppe Provenzano, vice segretario ed ex ministro per il Sud. Resta i quota Caterina Chinnici, figlia del magistrato ucciso dalla mafia e già assessora nella giunta di Raffaele Lombardo. E ha preso la via del mare la suggestione del nome dell'europarlamentare e soprattutto medico di Lampedusa, Pietro Bartolo.
Affollato pure il quadro tra i Cinquestelle, con in pole il più volte candidato Giancarlo Cancelleri, sottosegretario alle Infrastrutture, seguito dal parlamentare Dino Giarrusso e dal capogruppo all'Assemblea regionale Nuccio Di Paola.
E si invocano le primarie per dare impulso alla cruciale sfida elettorale e rendere più chiaro lo scenario. Tra i primi a parlarne Claudio Fava, deputato di Cento passi e presidente dell'Antimafia regionale che da oltre un anno ha lanciato la sua candidatura e oggi spinge su un annuncio che potrebbe "aiutare anche la campagna elettorale a sostegno di Miceli a Palermo e di De Domenico a Messina".
Ma è nel fine settimana che si è assistito a una sorta di accelerazione in casa Pd. Prima con il segretario regionale dem Barbagallo - il partito è "la casa delle primarie" e piuttosto che scegliere il candidato "al chiuso di una stanza, meglio il gazebo" - e poi anche con Provenzano.
Tra le ipotesi nel Pd quella di celebrarle nei primi dieci giorni di luglio, subito dopo le amministrative. Qualche distinguo, invece, si registra in casa dei grillini. Giarrusso, a esempio, non solo sarebbe favorevole ma addirittura le farebbe, dice ad AGI, "a giugno, subito prima del voto per il comune, perché poi sarebbe tardi".
E ancora prima immagina anche "una votazione interna tra i possibili candidati del movimento. Chi vincerà potrà giocarsela alle primarie di coalizione, ma prima va definito il programma e il perimetro di questa coalizione". Più tiepida la posizione di Di Paola che avverte: "Qualunque tipo di decisione va presa insieme, mentre mi pare che in questo momento ci sia una fuga in avanti del Pd".
Perché il metodo delle primarie "è dei dem, non di coalizione - insiste Di Paola - noi stiamo costruendo la coalizione del fronte progressista e siamo sempre stati disponibili. Ma a oggi non c'è stato un tavolo per decidere i temi e capire chi ci deve stare. Soltanto dopo si potrà ragionare per trovare un metodo condiviso nuovo, che possa accontentare tutti e coinvolgere i siciliani".