AGI - "Il Consiglio superiore riveste un ruolo di garanzia imprescindibile nell'ambito dell'equilibrio democratico. Pertanto è di grande urgenza approvare nuove regole per il suo funzionamento, affincé la sua attività possa mirare a valorizzare le indiscusse professionalità di cui la Magistratura è ampiamente fornita".
Sergio Mattarella torna a sottolineare l'urgenza che il Parlamento approvi la riforma del Csm, ancora in stand by in commissione alla Camera, e il cui esame in Aula subisce un nuovo rinvio (l'approdo è ora previsto non più l'11 aprile bensì il 19, come stabilito dalla Conferenza dei capigruppo).
Non è la prima volta che il Capo dello Stato 'richiama' la politica e il Parlamento a portare a compimento le riforme "con immediatezza", sono state le sue parole anche in occasione del discorso di insediamento a fine gennaio, appena rieletto al Quirinale.
Incontrando i magistrati ordinari in tirocinio nominati a marzo 2021, il presidente della Repubblica lancia un nuovo monito: il Csm "costituisce il presidio voluto dalla Costituzione a garanzia dell'indipendenza e dell'autonomia dell'Ordine giudiziario, non per favorire la condizione dei magistrati bensì per garantire che la giurisdizione non subisca alcun tipo di condizionamento e che venga esercitata con efficienza, in puntuale e rigorosa applicazione della legge. Riveste un ruolo di garanzia imprescindibile nell'ambito dell'equilibrio democratico. Pertanto e' necessario, e di grande urgenza, approvare nuove regole per il suo funzionamento".
Mattarella rimarca inoltre: "Sono in contrasto con la funzione giurisdizionale accordi per favorire interessi personali: la garanzia della più alta qualità della giurisdizione è un dovere inderogabile, e costituisce il fondamento del rapporto di fiducia che il Paese deve poter nutrire nei confronti dell'amministrazione della giustizia".
Il Capo dello Stato poi sottolinea il fondamentale ruolo che svolge la Magistratura: "Occorre non smarrire mai il senso della funzione che la Repubblica attribuisce alla magistratura, perché in essa risiede una delle più preziose risorse che la Costituzione prevede e ha voluto affidarle: l'affermazione della giustizia attraverso l'applicazione della legge".
Mattarella ricorda poi che "ai magistrati è attribuita la tutela dei diritti e la garanzia di giustizia che vi è connessa; senza queste lo Stato democratico, fondato sull'uguaglianza e sulla pari dignità delle persone, sarebbe gravemente compromesso. Principale corollario dell'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge è l'imparzialità nell'esercizio della giurisdizione", e per "assicurare l'integrità di questi valori la nostra Costituzione garantisce alla magistratura autonomia e indipendenza da ogni altro potere".
E proprio la "guerra", che "sta provocando angoscia nella vita di tutti, mostrandoci da vicino i suoi orrori, intollerabili e disumani", "consente di constatare che laddove la magistratura non ha garantita una sufficiente indipendenza dagli altri poteri la democrazia risulta gravemente incrinata, se non vanificata".
Quindi, rivolgendosi ai magistrati, il Capo dello Stato richiama alla necessità di "coltivare 'etica del dubbio' e rifiutare ogni forma di arroganza cognitiva", "rifuggendo da ricostruzioni normative avventate o dettate da impropri desideri di originalità o di consenso esterno".
I magistrati non devono "mai cedere alla tentazione dell'autocelebrazione e della ricerca assoluta del consenso", e occorre "serio rispetto della deontologia professionale e la sobrietà nelle condotte individuali".
Infine, Mattarella ricorda che "il principio di imparzialità transita necessariamente anche attraverso il rifiuto del protagonismo e dell'individualismo giudiziario".
In ultimo, il presidente della Repubblica esorta la stessa Magistratura a "sostenere il cambiamento avviato per la ripresa del Paese, attraverso l'assunzione di un impegno effettivo per realizzare gli obiettivi indicati nel Pnrr".
Parole che risuonano alla Camera, dove la maggioranza fatica ancora a trovare la quadra sulla riforma del Csm.
La seduta della commissione, che avrebbe dovuto avviare i voti sugli emendamenti, viene rinviata. Il governo si 'chiama fuori': i pareri sono stati forniti, ricorda il sottosegretario Paolo Sisto, ora tocca ai relatori.
Fatto sta che, al di là dell'iter in commissione, manca ancora un accordo su alcuni nodi, tra cui quello che più fa fibrillare le forze politiche: il sistema di elezione del Csm.
Lega, Forza Italia ma anche Iv insistono sul sorteggio 'temperato', ma la Guardasigilli ribadisce l'incostituzionalità della proposta. È in programma una nuova riunione per tentare di trovare una sintesi.
"Io sono ottimista e credo che si stia facendo un ottimo lavoro", dice il ministro per le Riforme Fderico D'Inca', "sono riforme molto importanti che hanno bisogno di passaggi, di accordi sia nella maggioranza che poi in commissione".