AGI - Oltre 700 emendamenti al testo sullo Ius Scholae. E la Lega si prepara alla battaglia: sono poco meno di 500 (precisamente 480) le proposte di modifica presentate dal partito di Salvini in commissione Affari costituzionali della Camera. Non che il cammino della proposta di legge sulla cittadinanza si preannunciasse senza ostacoli, ma la contrarietà leghista è netta e non lascia margini di azione: "Siamo contrari al testo, non serve a nulla", taglia corto il capogruppo in commissione Igor Iezzi.
Eppure il presidente e relatore, il pentastellato Giuseppe Brescia, non rinuncia a tentare una possibile mediazione, annunciando che nei prossimi giorni incontrerà "tutti i gruppi per definire possibili punti di incontro sulle diverse richieste di modifica".
Facendo affidamento sul metodo del confronto che, finora, ha evitato bracci di ferro nella maggioranza: "In queste ultime settimane in commissione abbiamo discusso in maniera ordinata di tutto e continueremo a farlo anche su questa proposta di legge molto attesa", spiega infatti Brescia che, tuttavia, tiene a rimarcare: la legge sulla cittadinanza "è una questione di civiltà che va sottratta dalla campagna elettorale di qualsiasi partito".
Ma il centrodestra appare compatto sul no al testo, anche se gli altri partiti della coalizione si sono limitati a un numero meno voluminoso di interventi di modifica (167 gli emendamenti presentati da Fratelli d'Italia, 10 da Forza Italia, 5 da Coraggio Italia). Ma seppur vi siano sfumature diverse nel centrodestra, il testo di Brescia scontenta tutti.
La Lega ha presentato sia emendamenti "ostruzionistici", tra cui alcuni soppressivi - perché l'obiettivo è far naufragare il testo -, che modifiche di merito, "nel tentativo di ridurre il danno", spiega Iezzi all'Agi. Ma l'unico imperativo leghista resta quello di non far passare la legge: la proposta sullo Ius Scholae (che prevede che possa acquistare la cittadinanza italiana, su richiesta, il minore straniero nato in Italia o che abbia fatto ingresso in Italia entro il compimento del dodicesimo anno di eta' e che vi abbia risieduto legalmente e senza interruzioni e abbia frequentato regolarmente, per almeno 5 anni, uno o più cicli scolastici) "è un modo surrettizio di regalare la cittadinanza italiana ai genitori stranieri", osserva il capogruppo leghista in commissione.
A oggi, "i bambini stranieri hanno gli stessi diritti dei bambini italiani, l'unica diffrenza sono appunto i genitori, che non sono italiani. Ma se riconosciamo ai bambini la cittadinanza italiana, cosa si fa ad esempio se i genitori devono essere espulsi? Li mandiamo fuori e lasciamo i bambini 'orfani'?".
Insomma, "siamo assolutamente contrari alla legge", conclude Iezzi. Favorevoli al provvedimento sono invece gli ex giallorossi, anche se Pd e Iv ritengono che il testo vada migliorato (15 gli emendamenti dem, 11 di Italia viva, 9 del Movimento 5 Stelle, 5 di Leu).
Per il Pd la legge sulla cittadinanza resta "una priorità". E "l'obiettivo è confermare l'impianto di fondo" del testo, "migliorandone alcuni aspetti per noi importanti", spiegano Stefano Ceccanti, Matteo Mauri e gli altri componenti della commissione. "L'attuale norma è del 1992 e in questi 30 anni la nostra società è profondamene cambiata. Ed è importante che la legge sia al passo con questi cambiamenti. Soprattutto quando si parla dei diritti delle bambine e dei bambini". I dem, comunque, assicurano il "massimo impegno".
Aggiunge Barbara Pollastrini: "Migliorare la proposta Brescia è un dovere e un sostegno per raggiungere un traguardo semplicemente di civilta'". Italia viva punta invece su uno "ius soli temperato", come prevedeva la proposta avanzata da Renzi nel 2017. "Con l'introduzione di un 'mini-ius soli'" anche "i figli di cittadini stranieri in possesso di un permesso di soggiorno permanente avranno la possibilità, se vorranno, di diventare italiani", spiega Marco Di Maio.