AGI - L'attesa in Parlamento è per l'intervento del presidente ucraino Zelensky domani alle Camere. Alla presenza dei deputati e dei senatori e dei presidenti di palazzo Madama e Montecitorio, Casellati e Fico, interverrà anche il presidente del Consiglio Draghi che poi mercoledì farà le comunicazioni in vista del Consiglio europeo, del vertice G7 e del vertice Nato a Bruxelles. E proprio in vista di questi appuntamenti il presidente del Consiglio avrà alle ore 16 una telefonata con il presidente degli Stati Uniti Biden, il presidente francese Macron, il Cancelliere tedesco, Scholz e il primo ministro britannico, Johnson.
Agenda fitta per Draghi: nel primo pomeriggio sarà a Palmanova, in un centro accoglienza rifugiati, insieme al capo della protezione civile Curcio. Proprio mentre Mosca minaccia l'Italia di ripercussioni e attacca il ministro della Difesa Guerini definito "un falco", Roma si appresta a confermare il pieno appoggio a Kiev.
La tesi secondo cui l'invio delle armi all'Ucraina si scontri con la volontà di perseguire la pace è contrastata dal presidente della Camera, Fico. "Il Parlamento - ha spiegato in un'intervista al Corriere - ha approvato con una maggioranza quasi unanime tutti i provvedimenti a favore dell'Ucraina. I capigruppo e i partiti sono tutti uniti. Non penso ci siano istanze pro Russia, ma il Parlamento è il luogo del dibattito. Non si tratta dei gruppi, si tratta di voci isolate. L'idea di ascoltare Putin non esiste, non è nemmeno da commentare".
Qualche distinguo sul posizionamento dell'Italia è da ricercare proprio nel Movimento 5 stelle che al Senato è diviso sull'invio di materiale bellico all'Ucraina e c'è malessere anche nella Lega. Il governo tira dritto, ora attende di capire se l'ultimo decreto che da domani porterà al taglio dei carburanti riuscirà a tranquillizzare i consumatori. Per le forze politiche la mossa dell'esecutivo non è sufficiente, i partiti puntano a uno scostamento di bilancio, chiedono al presidente del Consiglio di portare avanti in Europa la battaglia sulla necessità di fissare un tetto comune al prezzo del gas. Draghi è in prima linea nel pressing sull'Europa, affinché arrivino risultati concreti già nei prossimi giorni, anche sugli stoccaggi comuni e sulla possibilità di un 'Recovery di guerra' per l'energia e la difesa.
Intanto nella Lega e in Forza Italia, anche in 'reazione' alle lodi di Berlusconi a Salvini (secondo il Cavaliere il leader della Lega e' l'unico leader), cresce il fronte di chi ritiene che solo l'ex numero uno della Bce potrà garantire, anche dopo il 2023, l'Italia sulle cui spalle grava il peso del debito e la responsabilità di attuare il Pnrr.