AGI - Il tribunale di Cuneo ha assolto Carlo De Benenedetti dall'accusa di diffamazione nei confronti del leader della Lega Matteo Salvini. L'episodio oggetto del processo risale al maggio 2018. L'industriale ed editore, oggi 87enne, partecipò a un dibattito tenutosi a Dogliani, nel cuneese, al Festival della Tv e dei Nuovi Media. A moderare l'incontro pubblico la giornalista Lilli Gruber.
Commentando la situazione politica del momento, De Benedetti parlò anche del leader leghista definendolo "Il peggio. Antisemita e xenofobo". peggio, antisemita e xenofobo", nonché "antieuropeo e finanziato da Putin".
Il sostituto procuratore Attilio Offman nella sua requisitoria aveva definito le affermazioni di De Benedetti "un giudizio di valore senza dubbio infamante", e aveva chiesto la condanna dell'imputato a 800 euro di multa. Il legale di Salvini Claudia Eccher, ha parlato di affermazioni "fuorvianti, e danneggianti, soprattutto perché provenienti da uno dei principali editori italiani", e ha chiesto un risarcimento del danno di 100 mila euro.
Di tutt'altro avviso la difesa dell'imputato, con gli avvocati Marco Ivaldi e Elisabetta Rubini difendevano. Secondo i legali di De Benedetti, l'oggetto del processo non era una critica a Salvini come persona, ma come politico e quindi il vero oggetto del processo era sapere se De Benedetti era libero di esercitare quella critica politica ad un esponente politico.
Una ricostruzione condivisa dal giudice Emanuela Dufour che ha assolto l'ingegnere perché il fatto non costituisce reato.
"Dare dell'antisemita a Salvini è una infamia inaccettabile, come peraltro condiviso anche dal pm, visto che la locuzione ha un significato preciso e non è equivocabile. La sentenza meriterà, e lo diciamo fin da ora, appello. È una sentenza politica ed è potenzialmente pericolosa: può indurre chiunque ad adottare i medesimi comportamenti emulatori e diffamatori nei confronti di un qualsivoglia esponente politico tenuto conto che un tribunale italiano non ha ritenuto l'episodio grave e diffamatorio", ha commentato l'avvocato Claudia Eccher.