AGI - Roma diventa una delle capitali del dialogo, nel tentativo di fermare l'invasione russa in Ucraina. Dopo cinque mesi di silenzio, il consigliere alla Sicurezza nazionale Usa Jack Sullivan e il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Yang Jiechi si incontramp per mettere il peso delle due principali superpotenze sul tavolo di una trattativa che finora ha stentato a decollare.
Dopo 19 giorni di guerra, la Cina ha smentito di aver ricevuto dalla Russia la richiesta di un aiuto militare per conquistare l'Ucraina, mentre Sullivan intende aprire un canale con Pechino per "una forte risposta internazionale e per delineare una strategia di sicurezza globale".
Al centro del colloquio anche il peso delle sanzioni, che la Cina ha criticato duramente e che gli Usa intende incrementare, mettendo in guardia chiunque aiuti Putin a evitarle. Il Consigliere Usa per la sicurezza nazionale incontrerà anche, a palazzo Chigi, il consigliere diplomatico di Mario Draghi Luigi Mattiolo.
Mentre il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha fatto notare che "se Stati Uniti e Cina in questo momento parlano dell'Ucraina, vuol dire che sta andando avanti quella linea che noi come governo italiano stiamo incoraggiando in tutte le sedi".
Intanto l'aula della Camera avvia l'esame del decreto Ucraina, che autorizza il governo a rafforzare l'impegno italiano nella Nato e a inviare aiuti anche militari a Kiev. Il decreto non dovrebbe avere inciampi a Montecitorio, dopo il sì quasi unanime dell'aula a una risoluzione che autorizzava il governo in tal senso. Mentre potrebbe essere più accidentato il cammino della riforma Cartabia all'esame della commissione Giustizia della Camera.
Ma il dibattito tra i partiti si concentra ora soprattutto sul tema dei rincari e sull'allarme lanciato dal ministro Cingolani a proposito di possibili speculazioni. Il coro a sostegno di un intervento governativo è divenuto ieri un vero e proprio pressing che coinvolge sostanzialmente tutti i partiti di maggioranza, dal Pd a M5s e Italia viva, dalla Lega a Forza Italia, fino a Fratelli d'Italia, all'opposizione.
Il leader dem Enrico Letta ha parlato senza mezzi termini di "truffa" ai danni dei consumatori ed ha invocato misure europee per sterilizzare gli effetti delle sanzioni sulle famiglie e le imprese, anche per non rompere l'asse finora compatto delle opinioni pubbliche occidentali a sostegno dei loro governi contro il Cremlino. Matteo Salvini, segretario della Lega, chiede "a Draghi di intervenire subito, con tutti i soldi necessari, bloccando Iva e accise, e sospendendo restrizioni e divieti che ostacolano il lavoro, a partire dal Super Green Pass", mentre il leader M5s Giuseppe Conte chiede un "Energy recovery fund".
Da Forza Italia, il coordinatore nazionale Antonio Tajani chiede "soluzioni Ue contro l'aumento dei prezzi energetici" fino a giungere a un nuovo scostamento di bilancio. E la presidente di FdI Giorgia Meloni afferma: "Non c'è più un minuto da perdere: non fermare gli speculatori significa fare il loro gioco. Il governo intervenga. Adesso".